Questa di oggi è una pagina di diario speciale. Chiedo scusa, se vi annoio con i fattacci miei. Nessuna citazione oggi. Posso solo, a memoria, ricordarne una, non rammento chi sia l’autore. “Spero che la morte mi trovi vivo”. Sono in clinica per un check alla carcassa, per valutare lo stato di alcuni malanni.
ATTUALIZZANDO… QUI VILLA STUART.
Un mio zio, medico ultra novantenne, mi ha sempre raccomandato di non entrare mai in un ospedale senza avere la garanzia di assistenza e vigilanza di un amico di riferimento. (“Si sa come si entra e non si sa come si esce”). Prima o poi scriverò la biografia di questo formidabile personaggio, chirurgo di qualità impareggiabile, uomo generoso e realista (“Non fare troppe analisi, qualcosa si trova sempre…”). Scusami, zio. Sono qui, a Villa Stuart, però il medico di riferimento ce l’ho! Altro che riferimento… Una dottoressa di straordinaria bravura ed esperienza, pneumologa e cardiologa per specializzazione, ma con un lungo tirocinio che le permette di curarmi per qualsiasi accidente. Nelle sue mani mi sento al sicuro.
PRIME IMPRESSIONI. AMBIENTE E MEDICI OTTIMI, VOLTI ANSIOSI
Per natura sono fatalista, vedo intorno a me volti sofferenti e preoccupati. Non riesco ad impedirmi di mormorare “Signora stia tranquilla” a un paio di dolci vecchiette che mi rivolgono un sorriso tristissimo. Mia moglie mi rimprovera: violerei la loro privacy. Mah! Io sono d’accordo con il vecchio proverbio orientale: se un problema è rimediabile, perché preoccuparti? e se non é rimediabile, che importanza ha preoccuparsi? Intanto è quasi mezzogiorno e finora medici, infermieri e funzionari sono impeccabili. La mia Renatina (che poi chiamo “colonnella” tanta è la sua energia) si muove come un fidatissimo maresciallo di Napoleone sul campo di battaglia.
PENSIERI ORRIBILI E UN TASSISTA STUDIOSO DELLA BIBBIA.
Mentre gli esami si susseguono serenamente, non riesco a scacciare i miei consueti e orribili pensieri pessimisti. Ve li risparmio, tranne uno: siamo tutti futuri vermetti, o no? Ditemi la vostra opinione, se volete. La mia filosofia mi consente di guardare la vita con ironia, anche verso me stesso. Tiremm innanz! Stamattina a villa Stuart mi ha accompagnato un tassista (Enna 55), colto, laureato in legge, ottimo affabulatore e divulgatore. Un imprevedibile studioso di religioni e della Bibbia in particolare. Mi ha fatto scoprire Mauro Biglino, che ha tradotto alla lettera la prima versione della Bibbia e contesta gran parte dei significati attribuiti alla Bibbia. Non vedo l’ora di leggerlo! Intanto mi sono sentito molto ignorante. Il non senso della vita! Una mia anziana zia calabrese, Mafalda, dice: “Più criscimo, più imparamo!”. Ma per quanto a lungo viviamo, non riusciremo a leggere, scrivere e studiare quanto sarebbe giusto fare.
FAIR PLAY, ACCOGLIENZA CIVILE PER I MALATI…
Non vi annoierò ulteriormente su questa giornata particolare. Non mi hanno dato e comunque non vi trasmetterei gli esiti del check… Posso dire che la prima impressione era esatta. È venuta anche a presentarsi la gentile signora Anna Raffaella Governatori, addetta all’accoglienza per i degenti, in rappresentanza della direttora Claudia Nataloni. Il mio apprezzamento non è formale. Un malato (lieve, grave o immaginario che sia) è sempre al limite di un confine psicologico… Se non c’è paura, la sensazione che possa sbucare una sorpresa in agguato dietro l’angolo, beh, questa è difficile rimuoverla. Dunque tener su di morale il paziente, scacciargli di torno la solitudine, mostrare disponibilità sono comportamenti preziosi. Grazie Anna, grazie Claudia.
INFINE UN SORRISO, CON TOTÒ E ALTRI.
“Ai postumi l’ardua sentenza” (Totò). “Chi si inferma è perduto” (Marcello Marchesi). “Una delle malattie più diffuse è la diagnosi” (Karl Kraus). “Nessuno è innocente, tutti abbiamo passato un raffreddore a qualcun altro” (Marcello Marchesi). “La vista di un medico mi consola, di due mi atterrisce” (Roberto Gervaso).
06.03.14