“Mancava soltanto che all’Ariston si presentasse anche Matteo Renzi, magari per chiedere se in sala ci fosse qualcuno disposto a fare il ministro dell’Economia, per comporre la tragedia di un Paese ridicolo.” (Curzio Maltese, La Repubblica, 19 febbraio 2014).
ATTUALIZZANDO… IL TRENO DERAGLIATO.
Mi piace molto il sarcasmo di Curzio Maltese, come quello di Marco Travaglio nel suo ennesimo articolo di oggi, sull’Italia buffa e drammatica (leggeteli, sono pezzi da antologia). Il Festival è lo specchio nient’affatto deformante, al contrario veristico, di un’Italia che ci diverte ma non ci piace, un Paese in disfatta, in dissolvimento. Figuratevi che Fabio Fazio ieri, finalmente, come altri, si è ricordato del treno deragliato ad Andora. Un mese dopo! E lo dico con amarezza e anche un pò di rabbia, visto che da un mese ne scrivo con indignazione: quel treno abbandonato lì, ed è ancora lì, è una fotografia che simbolizza in tutto il mondo la disastrosa sciatteria italiana. E ora se ne parla solo perché rende scomodo l’accesso al Festival?!?
LETTERA. CARO CESARE, HO PENSATO AL TUO PASS…
Mi ha scritto un amico caro, che lavora in Rai, per sfottermi: “Caro Cesare, ci hai coinvolto col racconto del pass che la Rai ti ha dato, poi te lo ha ritirato con un pretesto, poi te ne ha dato un altro…ti conosco da quando avevi vent’anni ed eri un bravo cronista. Ora due disoccupati infelici ti hanno dimostrato come ci si può muovere senza pass!” Rispondo: cornuto e mazziato, si dice al paese mio. Dopo la mortificazione dei cosiddetti signori (solo burocrati?) della Rai, anche le beffe degli amici. Rispondo seriamente: lunedì e martedì l’imponente macchina della Rai (quella organizzativa, il servizio di sicurezza, i tanti funzionari, la struttura di Raiuno ha perso e mi ha fatto perdere ore preziose, per accertare di quale pass fossi degno. Me lo hanno tolto con una gag alla Totò (mi sono sentito Peppino De Filippo…). E poi due disperati con i biglietti (180 euro, introvabili; anche duemila a borsa nera) o più verosimilmente senza, entrano all’Ariston, arrivano dove nessuno è ammesso, ecc. È credibile? A me risulta che i due sono tre, mi hanno detto che sono alloggiati all’hotel Nazionale, in esclusiva Rai fino alle 15. Boh!
FAZIO AVEVA ANNUNCIATO EVENTI TERRIBILI E IMPREVEDIBILI…
A cosa si riferiva l’algido Fabio? Al massacro che Ligabue ha fatto della canzone di De Andrè? Alla noia di madame Casta, benché simpaticamente sculettante? Alla Littizzetto (che comunque ha retto la serata) vestita da ballerina sciantosa? A Raffaella, definita “il futuro della Rai”? (con Fazio non si capisce spesso dove finisca l’ironia e cominci la genuflessione). Direi di no… E allora? Non a caso l’unica standing ovation è stata riservata all’unico protagonista meritevole di averla, Cat Stevens, proposto purtroppo in piena notte.
DE BORTOLI, GRANDIOSA INTERVISTA DA INTERPRETARE
Salvatore Merlo, un giovane giornalista che farà una carriera importante, ha intervistato Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della sera. Tutto ciò che fa e dice e scrive Sua Eminenza Ferruccio va interpretato: ciò che pensa nessuno può immaginarlo. Proviamo? Conosco bene il mio ex enfant prodige, tento di dare un contributo. Perché De Bortoli ha accettato l’intervista? Al 20 per cento per vanità: è il pontefice del giornalismo, gli è piaciuto inaugurare una serie di incontri che Merlo farà. Al 30 per cento per consolidare una linea di fair play con Giuliano Ferrara, che è il cervello numero uno di giornalismo&politica. Al 50 per cento per lanciare alcuni messaggi da una sede eccellente. Quali messaggi? A mio sommesso parere: 1. Agli azionisti: mi state stressando, se volete sostituirmi fatelo. Ma avrò qualcosa da dire. 2. Sempre agli azionisti: potrei anticiparvi e andrò via io, decidete se dovremo farlo in serenità. 3. Ai giornalisti e sindacati: datemi una mano. 4. A Jovane: non ho un editore… 5. Al mercato (forse): sono pronto per nuovi incarichi. Questo è quanto ho capito io…
19-02-2014
* Se avete voglia, scrivetemi quel che volete: indirizzando però a cesare@lamescolanza.com