OGGI VI DICO CHE… MEGLIO CASCELLA DI RENZI?

“Sono stato a Barletta, in occasione delle celebrazioni della Disfida. L’ho girata in lungo e in largo. Da solo. Una meraviglia di città. Un miracolo di amministrazione. Invece che Firenze, invece che Matteo Renzi, non sarebbe stato meglio Pasquale Cascella?” (Pietrangelo Buttafuoco, Il Foglio, 18 febbraio 2014)

ATTUALIZZANDO… CHI SALVERÀ L’ITALIA

Lasciamo stare frizzi e lazzi, battute e ironie, Renzi e Cascella. L’Italia sarà salvata dagli italiani… Quante città deliziose come Barletta ci sono in Italia? Quante, come Barletta, amministrate giudiziosamente? Esiste nel mondo un tesoro artistico come il nostro? E così via. Potrei aggiungere: ci sono tanti Buttafuoco in giro per l’universo? E quanti talenti sprecati? Ci salveremo, ci salveremo. Nessuno ci ammazza.

SUL CORRIERE DELLO SPORT OGGI IN PRIMA PAGINA. RIECCOMI…

Se io fossi fuoco, arderei il mondo – cantava il poeta maledetto Cecco Angiolieri. Più semplicemente, cosa farebbero le star del calcio italiano, se fossero sul palco del Festival di Sanremo? Per la conduzione non ho dubbi: al posto di Fabio Fazio, il più buonista e grande cerchiobottista della televisione, sceglierei Hernanes: quello che si struggeva in lacrime con i tifosi della Lazio, mentre, nelle stesse ore, chiedeva di essere ceduto all’Inter. Al posto di Luciana Littizzetto, vedrei invece Mario Balotelli: anche se non fa ridere, diventa sempre più eclettico e imprevedibile. Ed eccoci agli ospiti e ai cantanti. Se il mio amico e idolo Francesco Totti non si dispiace per l’ardita affinità, lo metterei al posto
di Raffaella Carrà: tutti e due vincono e fanno gol, più invecchiano e più sono indispensabili (e l’ottavo re di Roma fa più audience della Carrà). Francesco Renga è il sosia di Walter Mazzarri: non solo per l’impeccabile chioma nera, ma soprattutto perché tutti e due sono vincenti, ma nessuno dei due finora ha veramente sfondato. Cristiano De André, poi, è come Daniele Conti: bravi tutti e due, ma figli di papà, Fabrizio e Bruno, entrati nella storia della musica e del football. Nessuno si offenda (giocatori e tifosi) se al posto di Arisa convocherei Florenzi, ugualmente naïf, modesto ed entusiasta; e la parte di Noemi l’affiderei all’elegante e gentile Marchisio. Per sostituire Ligabue, poche incertezze: Conte o Prandelli. Tutti e tre arrivano dalla gavetta, tutti e tre nel fondo dell’anima operai affamati di vittorie e di successi. Garcia è la carta che giocherei per occupare l’eventuale spazio libero lasciato da Claudio Baglioni: tutti e due buoni e furbi, intelligenti, fantasiosi, creativi e moderati … ma instancabilmente perfezionisti. Mentre Reja va a sostituire Gino Paoli: in comune hanno la stessa sicurezza nella loro professionalità. Imperturbabili e intramontabili. Rafael Benitez andrebbe a prendersi gli applausi che toccheranno a Renzo Arbore: con bonarietà, ironia e la capacità di galvanizzare i talenti della propria squadra. Infine Beppe Grillo: non previsto dal copione, ha annunciato però la sua presenza dentro e fuori sala. Cosa farà, non si sa. E chi è il campione più imprevedibile e temibile della serie A? Gervinho! Con due consigli non richiesti: a Beppe di essere (almeno un pizzico) buono come Gervinho e a Gervinho (due pizzichi e anche più) cattivo come Grillo.

DOPO 49 ANNI, ALTRO CHE DUMAS PADRE…

Il pezzo che avete letto qui sopra è apparso oggi in prima pagina sul Corriere dello Sport. Per me, è un giorno speciale: torno a firmare su uno dei quotidiani a cui sono maggiormente affezionato. Lì fui assunto da Antonio Ghirelli (un secondo papà oltre che direttore) nel remoto 1965. Ero uno sbarbatello, praticante. Ringrazio gli attuali vertici di direzione per avermi dato questa opportunità. Una emozione che non mi aspettavo.

SANREMO. COSA FARÀ GRILLO STASERA.

Se le mie Informazioni sono esatte, Beppe Grillo oggi in sala come spettatore all’Ariston non farà nulla. Non si sa neanche se assisterà allo spettacolo: in fondo perché dovrebbe
far da traino agli ascolti di Fazio&Littizzetto? È certo invece che sarà protagonista di una manifestazione alle 19.30, fuori dalla sala.

SANREMO. LA BUROCRAZIA TRIONFA ANCHE QUI.

La burocrazia non esiste solo negli apparati ministeriali, quella che affligge il governo. Impazza dovunque: anche qui, al Festival di Sanremo – una metafora del peggio e del meglio che esiste in Italia. In breve: sono a Sanremo, invitato a “La vita in diretta”. Ho dedicato alcuni lustri della mia vita alla Rai, ho partecipato come autore a tre Festival e per altri incarichi sono venuto qui tante alte volte. Ho chiesto un pass, ieri lunedì e come ho scritto non l’ho avuto. Un giorno perduto in chiacchiere. Poi l’ho avuto in serata: stamattina me lo hanno ritirato con il pretesto di consegnarmene uno migliore (in realtà peggiore, limitato alla sala stampa). Buttata altra mezza giornata, con un affronto: potevano tranquillamente negarmelo, ma come si fa a ritirarlo dopo averlo consegnato? Calabrese sono e permaloso: non utilizzerò nessun pass, auguro di cuore al Festival il maggior successo, ma questo tipo di sciatta burocrazia (che naturalmente non riguarda solo me) è davvero deprimente. I signori della Rai che hanno fatto perdere tempo a me (e passi) e a loro stessi e all’azienda, infliggendomi uno sgarbo immeritato, secondo il mio ufficio romano sono: Fabrizio Casinelli, ufficio stampa, Lorenzo Briani, comunicazione Rai1, Francesca de Rosa funzionaria responsabile (assistente di Giancarlo Leone, era con lui all’intrattenimento) e Maurizio Fiori. Tutti dicono di aver avuto direttive dalla rete. Chiedo se possibile una spiegazione a Giancarlo Leone, che nella burocrazia della Rai nuota da una vita con medaglie olimpiche, e a Claudio Fasulo, capo struttura che una volta detestava come me, da eccellente autore, i lacci e i lacciuoli che bloccavano l’azienda. Ma non ci conto. La burocrazia non sarebbe tale, se avesse un volto e un’identità. Forza Renzi, nella palude si vedrà quanto sei bravo.

18-02-2014

* Se avete voglia, scrivetemi quel che volete: indirizzando però a cesare@lamescolanza.com