OGGI VI DICO CHE… LA PRIMA PAGINA DEL CORRIERONE…

… l’articolo di fondo, apprezzabilmente contenuto in prima pagina, è di Massimo Franco, dedicato all’ultimo caso che investe il Quirinale. Angelo Panebianco (che evoca la Repubblica di Weimar) e, dopo Galli della Loggia, individua il responsabile di tutto lo sfacelo di ieri oggi e domani: una lobby innominata, l’apparato burocratico; e il suo articolo è collocato in posizione laterale, dimessa. Poi – udite udite – una lettera di Napolitano è sobriamente proposta a metà pagina…

ATTUALIZZANDO… DE BORTOLI, UN CAPOLAVORO DELLA NATURA

Dedico queste riflessioni, un mio piccolissimo contributo, a chi domani vorrà studiare il rapporto tra politica e giornalismo. Conoscete la mia ammirazione per la personalità di Sua Eminenza Ferruccio de Bortoli: non sarà il miglior giornalista di questo mondo, nè di questa Italia, e neanche di Milano o della storia del Corriere… Ma è l’Autorità, con qualità laiche ed ecclesiastiche, che più di tutti, magistralmente, sa dosare gli equilibri, difendere con sublime sapienza tattica, con inimitabile intelligenza strategica, la sua posizione di direttore. Evviva! Già lo è quasi, si consoliderà come il più longevo direttore di via Solferino, alla faccia di banchieri, azionisti, sindacati, competitors per la sua poltrona, politici, partiti, massonerie, avversari e nemici di piccola (mai sottovalutare zanzare e mosche) e gigantesca caratura. Ferruccio, quanto sono orgoglioso di averti capito al primo sguardo, quando a metà degli anni settanta ti assunsi e ti spalancai le porte del Corriere, prevedendo la tua ascesa irresistibile! E ora vi spiego la sua deliziosa arte del dosaggio: credo che dopo il metro e il litro, prima o poi qualcuno riconoscerà a Ferruccio di aver inventato il “debortoliere”, (nel giornalismo). La prima pagina di moggi è destinata alla storia perchè: 1. il fondo è affidato a Massimo Franco, non a un Marzio Breda – che è il giornalista più vicino a Napolitano e deve consolarsi firmando qualcosina nelle pagine interne. Il sostegno al Presidente della Repubblica è forte ed evidente. 2. Qualsiasi giornale avrebbe dedicato l’apertura alla lettera del Presidente, collocata invece con nonchalance a metà pagina. Come dire, a lui e a tutto il mondo: caro Giorgio, io ti sostengo – ma non allarghiamoci troppo; tu sei il Presidente, ma sapessi quanti già ne ho visti passare… 3. Sopra la sua lettera, una vignetta irriverente del genio Giannelli, tanto per rafforzare i segnali. 4. Panebianco a cuccia…, tanto per gradire. Signori: seguendo il mio adorato ex cucciolo, ho visto cose che voi umani neanche potete immaginare.

INCHINANDOMI A CORTE, DUE DOMANDE AL MIO EX CUCCIOLO

Caro Ferruccio, mio adorato ex cucciolo, tu che da fin bambino non sedevi su un semplice seggiolone, ma su una poltroncina di fine broccato, se io fossi ancora il tuo direttore ti direi di lavorare su queste due domande. La prima: cosa vuol dire Massimo Franco quando conclude il suo pregiato fondo, scrivendo che “il vero pericolo è che il dopo sia disegnato e deciso direttamente dagli esponenti di un potere sovranazionale dal quale, piaccia o no, l’Italia non può prescindere?” Seconda domanda: visto che i tuoi incontinenti editorialisti Galli della Loggia e Panebianco, continuano a menare il torrone con l’alta burocrazia che blocca il cambiamento e lo sviluppo del Paese… Eminenza. tu hai inchiestisti come Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Perchè a loro, o ad altri, non affidi un bel reportage che – anzichè accuse generiche, come si fa al bar – non raccontino episodi precisi, facciano nomi, mettano in evidenza i misfatti? Insomma, che diavolo, il vecchio slogan “chi dove come quando perché”. O non si usa più? Mica te lo chiedo come ex direttore… Solo come affezionato lettore e ammiratore del tuo talento. Grazie!

IL DECODER DI CESARE LANZA. 1, SANREMO NON SI ROTTAMA

I personaggi arruolati da Fabio Fazio per l’imminente Festival di Sanremo sono Laetitia Casta, Raffaella Carrà. Claudio Baglioni, Renzo Arbore e Gino Paoli. Mi piacciono tutti. E mi piacerebbe anche un commento di Matteo Renzi, che – se ricordo bene – si era anche proposto per Sanremo.
Al Festival non si rottama nessuno?

IL DECODER, 2. ZUCCONI, FRIEDMAN, VESPA: PIAZZAPULITA E INEVITABILE TWEET

(Donato Moscati). Duro scontro ieri sera a Piazzapulita tra Vittorio Zucconi ed Alan Friedman. Zucconi critica il titolo dato dal Financial Times al presunto complotto contro Berlusconi: “The Italian job”. Presuppone,dice il giornalista de La Repubblica,qualcosa di criminale e che allude a porcate ignobili. Uno stizzito Friedman attacca: “Ti voglio dare una lezione di giornalismo perché un giornalista non può schierarsi politicamente”. Zucconi non incassa e sferra un “puoi darmi lezioni di giornalismo ma non di italiano, sul titolo sai che ho ragione io”. Risponde Friedman: “Forse a te da più fastidio che dalla bocca di De Benedetti uno scoop sia finito sul Corriere della sera”. E conclude confermando di non aver accusato nessuno di nessun complotto ma, da bravo giornalista, di aver indagato,essersi documentato ed aver riportato. Parole al vetriolo tra i due che a me, umile spettatore, lascia una domanda: ma se non c’è complotto e non c’è la notizia, di che stanno parlando? La risposta arriva da Twitter dove viene pubblicata la foto di un articolo de La Stampa del 24 luglio 2011: qui già si parlava dell’investitura di Monti. Si aggiunge un tweet di Bruno Vespa che dice che in un suo libro raccontò di come Monti gli disse di colloqui con Napolitano già nella seconda parte del 2010. Mi schiarisce le idee un video di Giuliano Ferrara dal titolo #altrochegolpe. “A Piazzapulita ieri sera litigavano del segreto di Pulcinella.” Risultato: 1.320.000 telespettatori con il 5,60% di share. De minimis non curat praetor?

PICCOLI PIACERI. IL PALATO DI ALFREDO, EX MAGGIORDOMO DI BERLUSCONI

Segnate questo indirizzo e date fiducia ad Alfredo Pezzotti, che da tre mesi ha aperto un ristorante in piazza Metastasio, “Il Palato”. Ahimè, Carlo Rossella, quello dell’alta società, è arrivato prima di me. Aggiungo in tutta modestia il mio tributo. Il ristorante dev’essere messo ai vertici della cucina di Roma non solo per l’evidente motivo che questo simpatico personaggio è stato per venticinque anni il fedele servitore del Cavaliere (quando scriverà un libro?) e oggi, anche se è riservato come un diplomatico, può deliziarvi con qualche innocua battuta. No, non solo per questo. Il ristorante è raffinatissimo, a prezzi equi. Puoi incontrare alti e bassi dignitari della corte di Berlusconi, che conobbero Alfredo e ne apprezzarono l’eleganza. Puoi incontrare anche nemici veri, presunti o mascherati del Cav. Ma soprattutto, a me piace la buona gastronomia, quel che conta è la cucina: hoi gustato un’amatriciana appetitosa, senza soffritti secondo la scuola berlusconiana, un olio forte e coinvolgente, divorato bruschettine, inebriato dal tiramisu… E c’è una saletta riservata, che ho condiviso con A.D. e F.C., dove si può star tranquilli. Alfredo è un italiano vero: se scriverà il suo libro, spero che me lo affidi.

11-02-2014

* Se avete voglia, scrivetemi quel che volete: indirizzando però a cesare@lamescolanza.com