OGGI VI DICO CHE….

“Le relazioni fra gli uomini e le donne sono un profondissimo mistero. Francesco Alberoni, che ha dedicato la vita a studiare l’amore come una “scienza esatta” e che conosce ogni sfumatura dell’attrazione sessuale…” (Dalla presentazione – seconda di copertina – del libro “Faust. Come il diavolo lavora per l’amore”, editore Sonzogno, 2013).

 

ATTUALIZZANDO…NON E’ UNA SCIENZA, CHIEDETE A HOLLANDE

Il problema, per me, è che niente nell’amore può essere considerato scientificamente esatto, e accertabile. Per fortuna anche di Alberoni: se la scienza avesse accertato nel profondo cosa sia l’amore, come prevenirlo o curarlo alla stregua di una malattia, o propiziarlo, se si trattasse di un meraviglioso stato di grazia, il grande Alberoni non avrebbe il seguito incredibile di lettori, che avidamente leggono le sue riflessioni (ricerche) sul sentimento più complesso, e indecifrabile, di noi umani. Chi leggerebbe, oggi, un trattatello su come si cura l’influenza. Tra l’altro, per me, la meraviglia del mistero dell’amore è merito (o colpa, se siete misogini) delle donne: non so quanta volte ho scritto che l’universo femminile è incomprensibile, e per questo affascinante. Ho deposto le armi da tempo… Comunque, per divertissement, sarebbe interessante sapere come mai a Hollande, leader francese, vada in motorino – seguito da una sola guardia del corpo – a incontrare la sua collaboratrice e presunta amante, entrando a casa sua nel pomeriggio ed uscendone la mattina dopo. Cosa ci sia, dietro questo colpo di fulmine. Mi sembra più delicato, degno di un lieve ed elegante film francese, di un Truffaut, più interessante dei convivi di Berlusconi, nel suo harem. Detesto i pettegolezzi e gli eccessi, anche quelli relativi a Silvio (che tuttavia hanno determinato la sua fine politica). Ma nel caso di Hollande mi piacerebbe saperne un pochino di più. Avevo l’impressione che fosse proprio scialbo, sul piano sentimentale ed erotico. Non certo un conquistatore. Chissà cos’ha fatto la fidanzatina, per fargli esplodere – come fosse un ragazzino – gli ormoni… E chissà come ringhierà la moglie, che in Francia chiamano con un divertente nomignolo: è un rottweiller, dicono.

 

 

PAGELLE. MIUCCIA E BERTELLI INDAGATI PER  PROBLEMI FISCALI

 

MIUCCIA PRADA Prada Presidente Da 7

a 6

Indagata per problemi fiscali. Se avesse al fianco collaboratori con qualità simili alle sue, potrebbe rivestire un ruolo superiore a quello che ricopre, per esclusivo merito suo.
PATRIZIO  BERTELLI Prada Amministratore Delegato Da 5
a 3
Indagato per problemi fiscali.    “La crisi non c’è, non esiste, è un falso ideologico, ce la siamo inventata noi che non vogliamo cambiare. Il mondo va verso il consumismo e dobbiamo seguirlo, non possiamo tirarci indietro.” Facile a dirsi per uno che ha un patrimonio di 6,7 miliardi di dollari e una moglie con un patrimonio di 12,4 miliardi di dollari.

 

La famosa stilista Miuccia Prada e l’AD e azionista della omonima casa di moda, Patrizio Bertelli, sono indagati dalla procura di Milano con l’ipotesi di reato di omessa o infedele dichiarazione dei redditi nell’ambito di un’inchiesta su una presunta elusione fiscale. Lo fanno sapere oggi fonti investigative confermando quanto scritto da alcuni quotidiani e precisando che c’è anche un altro indagato. L’inchiesta milanese trae origine da una contestazione della Agenzia delle Entrate su una presunta elusione fiscale da oltre 400 milioni di euro, in un decennio, da parte di Prada Holding, socio di controllo della maison, che fino a poco fa aveva sede in Olanda. Secondo l’accusa, il trasferimento della sede della Holding in Olanda avrebbe natura puramente formale, per garantire alla società una tassazione più favorevole. Alla fine del mese scorso, Prada Holding, socio di controllo della casa di moda quotata a Hong Kong, aveva annunciato in una nota di aver riportato le sue attività in Italia. “L’attività è stata svolta mediante un costante confronto e dialogo con l’Agenzia delle Entrate e ha consentito di definire gli obblighi fiscali conseguenti al rimpatrio della struttura estera avendo a riferimento gli ultimi dieci anni”, si legge nella nota diffusa il 20 dicembre dall’azienda.  Pronti a cambiare il nostro giudizio se, come ci auguriamo, l’inchiesta dovesse stabilire l’innocenza degli imputati.

Ricordo che lo scorso luglio i due stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono stati condannati a un anno e otto mesi di reclusione per omessa dichiarazione dei redditi mentre sono stati assolti perché il fatto non sussiste dal reato di dichiarazione infedele.  In questa situazione italiana di crisi e di grandi problemi per il bilancio dello Stato, è una notizia non certo trascurabile. Togliamo un punto a Miuccia – che ho sempre stimato molto, ma la considero non assistita all’altezza del suo ingegno – e due punti a Bertelli.

 

LIBERTA’ VO’ CERCANDO! PIRANI E IL FATTO.

DIEUDONNE’, “IL CAPITALE UMANO” DI VIRZI’

   

Mi proclamo, probabilmente in maniera ripetitiva e fastidiosa, un liberale assoluto: ovviamente, per quanto riguarda, senza esitazioni, i diritti civili, innanzitutto la libertà di espressione (per quanto riguarda il sistema economico e le esigenze politiche non mi definirei “assoluto”, anzi).  Ebbene, le cronache di questi giorni fanno riferimento a tre casi su cui vorrei dire la mia: le polemiche per lo scontro polemico tra Il Fatto e Mario Pirani; la vicenda legata al razzismo espresso, in Francia, dal comico Dieudonné; le polemiche in Brianza per l’ultimo film di Paolo Virzì, “Il capitale umano”. Ecco semplicemente ciò che desidero dire, per ricordare quale dovrebbe essere una posizione centrale, garantista, tra le opposte fazioni. Mario Pirani si è infuriato, e ha scritto cose molto dure, pretendendo censura, verso il quotidiano di Padellaro e Travaglio. Ha tutto il diritto di farlo. Per me, è una sciocchezza evocare interventi censori, ma Pirani può scrivere quello che vuole. Il Fatto, che non le manda mai a dire, ha replicato con sarcasmo e uguale asprezza, tirando in ballo anche Ezio Mauro, e la linea politica de “La Repubblica”.  Per me, Il Fatto, come Pirani, deve avere piena libertà di scrivere ciò che vuole, anche su Ezio Mauro, ovviamente. Ma è bene ricordare che la linea politica ed editoriale spettano esclusivamente al direttore del giornale, cioè a Mauro, ed è bene che così sia. (Al posto di Mauro, avrei pubblicato Pirani, ma affiancandolo, a scanso di equivoci, con un articolo critico di un altro opinionista verso il Presidente della Repubblica, perchè una moltitudine di italiani, e di lettori del quotidiano certamente non condividono le esagerate espressioni di ammirazione espresse da Pirani verso Napolitano, tra l’altro suo amico personale.

Quanto al comico Dieudonnè, imitato su un campo di calcio dal giocatore Anelkà, devo premettere che non conosco, nei particolari, le espressioni anti ebrei del comico. Ma il criterio di valutazione non è differente. Se Dieudonné ha commesso qualche reato, sia perseguito, eventualmente, condannato. Le censure a priori sono esecrabili quanto il suo furioso, ancorchè scherzoso, razzismo. Se non ci sono violazioni di legge, Dieudonné dica pure le sue sciocchezze: si stancheranno presto, in maggioranza, i suoi seguaci. Non sarà un guitto a cambiare la storia del mondo nè a farci tornare ai cupi tempi del nazismo. Infine, il film di Virzì: in questo caso non c’è proprio materia di discussione possibile. Virzì, bravo regista, ha diritto di raccontare il mondo come desidera: la Brianza e qualsiasi altro luogo. Conclusione: deploriamo gli eccessi (il film è simbolico, non mi sembra affatto un attacco alla Brianza), ma lasciamo a chiunque il diritto di esternare ciò che voglia.

10-10-2014
Scrivete, se volete, a cesare@lamescolanza.com