Albert Camus, Massimo Ciavarro, Marie Curie, Konrad Lorenz, Gigi Riva, Angelo Scola, Lev Trotsky.
MORTI: Sergio Anselmi, Luciano Barca, Alexander Dubcek, Joe Frazier, Steve McQueen, Eleanor Roosevelt.
UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… NIENTE BAMBOLE
“La Carrà dice che da bambina ignorava le bambole, «preferivo muovere bottoni sul pavimento ascoltando musica. classica” (Mannucci, Il Fatto)
UN SORRISO… INTELLIGENZA FACILE?
Per voi intelligenti è facile essere intelligenti. Allora provate a immaginare com’è facile per me, un balordo, essere balordo. (Ilie Nastase)
OGGI VI DICO… LE FAVOLE
“In ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l’altro nell’abisso.” (Paulo Coelho)
“Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.”
(Pablo Neruda)
“Credo in ogni cosa fino a quando non si dimostra il contrario. Quindi credo nelle fate, nei miti, nei draghi. Tutto esiste, anche se è nella nostra mente. Chi ci dice che i sogni e gli incubi non sono reali come il qui e ora?” (John Lennon)
“È sbagliato raccontare le favole ai bambini per ingannarli, bisogna raccontarle ai grandi per consolarli.” (Marcello Marchesi)
“Se vuoi che i tuoi figli siano intelligenti, leggi loro delle fiabe. Se vuoi che siano più intelligenti, leggi loro più fiabe.” (Albert Einstein)
ATTUALIZZANDO… SOLO FANTASIE
Non mi hanno mai raccontato le favole quando ero un bambino, perciò ne scriverò una, molto cattiva. Sappiamo tutti che le favole che si raccontano ai bimbi lasciano tracce indelebili. Sostengo di sì, anch’io, per sentito dire; e anche perché a me, quando ero piccolo, nessuno mi ha mai raccontato una favola per intero, e tuttavia mi vengono in mente, di continuo, fantasie e idee letterarie legate al mondo delle favole, sempre per sentito dire.
QUEL CONIGLIO PROTAGONISTA
Posso raccontarvi l’ultima suggestione? Genevieve, una mia amica di Spotorno, a volte strega e a volte angelo, mi ha confidato che in terza elementare scriveva favole e le illustrava con disegnini a colori. La prima, aveva un coniglio come protagonista. Finì male perché – sul più bello – arrivò il nonno di Genevieve, fece fuori il coniglio e se lo pappò. Questo raccontino mi ha entusiasmato: mi piacciono molto le storie senza lieto fine, anzi con un finale un po’ crudele. Muoio perciò dalla voglia di scrivere una favola con quei tre personaggi: la bimba, il coniglio e il nonno spietato e vorace.
MA IL NONNO LO METTE IN PENTOLA
Eviterei cenni cronistici su come il nonno tirò le cuoia al coniglio, ma alle confidenze di Genevieve aggiungerei due forbite descrizioni: la prima, sulla ricetta seguita dal nonno buontempone, in cucina, per preparare al meglio lo sfortunato coniglietto. (C’è una lettrice, buona cuoca, che voglia gentilmente aiutarmi?). La seconda, la descrizione di un vino eccellente che il nonno buongustaio prenderà in cantina, prima di sedersi a tavola, con la nipotina in lacrime.
CATTIVERIE IN CUCINA
Se funzionerà, potrebbe essere la prima storia di una serie, “Favole di cattiverie in cucina”, con racconti paradossali e perversi. Una mia dispettosa rivincita verso i miei genitori, zii e nonni – che una favola dolce e gentile non me l’hanno mai raccontata. (Ho accennato tutto questo a Genevieve, che mi ha subito consigliato uno psicanalista. Spero però nella vostra clemenza, lettori cari).