OGGI VI DICO CHE…ET IN ARCADIA LETTA

“Et in Arcadia Letta. Forse provato da una settimana di irriducibili disordini pubblici e brusche accelerazioni politiche, il nostro forbito premier si concede una pausa di serenità nell’Arcadia libanese con vista sulla Siria. Chissà che da quelle parti non funzioni la luce in fondo al tunnel, con il riaccendersi della speranza e la priorità ai giovani?” (Giorgio Polignieri, Lettera a Il Foglio, 18 dicembre 2013. Risposta di Giuliano Ferrara: “Ma lei è un talento naturale? L’ha pittato, come si dice a Napoli.”)

ATTUALIZZANDO.. LETTA DIFENDE BOLDRINI
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Ho appena promesso di non occuparmi più della Presidente della Camera. E tengo fede. Mi rivolgo soprattutto al capo del governo, che pubblicamente mi dicono addirittura su Facebook, quindi urbi et orbi, ha difeso Laura Boldrini, sostenendo che a termini di regolamenti (di leggi?) il suo comportamento è stato ineccepibile. Spiacente, a mio giudizio non si tratta di regole, ma di opportunità e di gaffe. Non era opportuno che la Boldrini si portasse dietro in Sudafrica, per i funerali di Mandela, una folta squadretta di collaboratori, incluso il compagno. Quanto alla legge, non interessa a me e non dovrebbe interessare neanche al governo: alla legge penserà la magistratura, sulla base dell’esposto del Codacons, a procedere se si ravviserà qualche reato.

BERLUSCONI NON PUO’ ESPATRIARE
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Se la Boldrini vola in Sudafrica con il suo team e con i suoi affetti, l’Huffington Post rileva che “le leggi in vigore non consentono l’espatrio del condannato”, Silvio Berlusconi.
Il desiderio dell’ex premier era di volare a Bruxelles per partecipare al vertice del partito Popolare Europeo, a cui è invitato insieme ad Angelino Alfano e a Pierferdinando Casini. Però, a Berlusconi è stato ritirato il passaporto. Gli avvocati, appellandosi al trattato di Schengen, insistono. La procura di Milano, pure.

SUI FORCONI COMPLIMENTI A SQUINZI

La mia simpatia per le proteste e la manifestazioni, senza violenza, dei forconi, è ormai nota su questo angolino, “Alle cinque della sera”. Ho scritto e ribadito varie volte che la protesta merita solidarietà perché è spontanea ed esprime un malessere della gente, evidente per tutti, tranne che per la Casta, sempre pronta a inchinarsi verso i potenti e a sbraitare contro i deboli. Oggi, mi sembra importante che la stessa opinione sia stata espressa dal Presidente della Confindustria Giorgio Squinzi. Una sede molto qualificata, anche se imprevedibile nell’occasione. Squinzi si è espresso, senza calcoli. Chissà quali sono le reazioni del mondo industriale. Anche Berlusconi si era espresso con comprensione presso i forconi, poi aveva annullato l’annunciato incontro, probabilmente ricondotto alla prudenza dai troppi cattivi consiglieri, che continuano a girargli intorno. Se c’è una cosa che Berlusconi sapeva fare prima dell’insenescenza, era quella di capire la pancia del paese. Dapprima come editore televisivo, poi come capo di un grosso movimento politico. Buone ragioni per consigliare prudenza in questa occasione ci sono, ma resto convinto che la pancia e il cervello dovrebbero suggerire, istintivamente, di solidarizzare con fasce sociali, di diverso ceto e livello, che semplicemente non ne possono più. 

 

SCOMMESSE. DA GATTUSO UN SUICIDIO ANNUNCIATO

E’ difficile ironizzare o anche semplicemente scherzare, su annunciati propositi di suicidio. Quindi chiedo scusa ai lettori e anche a Rino Gattuso, ex campione del mondo di calcio, che ha annunciato questo triste intento, per protestare contro il suo coinvolgimento nell’ennesimo pasticciaccio di scommesse su partite truccate. E’ la mia disgraziata attenzione al linguaggio che mi spinge, in questo caso, ad opinare. “Se è provato mi ammazzo”: penso che Gattuso potesse esprimersi in maniera diversa. Associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva, questo è ciò di cui si discute. Gattuso poteva dire: “Sono innocente, se mi condannano ingiustamente, mi ammazzerò”. Invece ciò che afferma appare, certamente al di fuori della sua volontà, ambiguo: se saltano fuori le prove, si ammazza. E solo lui può sapere con certezza se sia colpevole o innocente, a parte la ricorrente discutibilità delle prove. Un “ringhio” (così lo chiamano) mal riuscito, fuori dal centrocampo di cui era padrone. Per sdrammatizzare, riferisco una battuta del mio amico Franco Recanatesi, tifoso appassionato della Lazio.. “Quando c’è uno scandalo scommesse, puntualmente possiamo essere sicuri che uno della Lazio è coinvolto”. In questo caso, Cristian Brocchi.

I CAMPIONI DELLA COMUNICAZIONE. FEDERICO FABRETTI.
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Fabretti è il capo dell’area di comunicazione del dittatore assoluto delle Ferrovie Mauro Moretti (un leader capace, apprezzato e contestato, invidiato). Ho scoperto con abominevole ritardo che il simpatico Federico è un poeta, il suo secondo libro di versi sta per uscire: ho curiosità di leggere i versi anche del primo. Ho sempre pensato (è un tormentone che spesso rivolgo a Fiammetta Jori, poetessa amica e allieva di Moravia e Pasolini) che un vero poeta, per riuscire ad esprimersi al meglio nell’indispensabile malinconia, debba essere povero, pulcioso, sporco, infelice. Non è il caso né di Fiammetta né di Federico. Fiammetta vive beatamente grazie ai possedimenti di famiglia, Federico è un manager passato attraverso varie esperienze, intelligente, diplomatico e anche un po’ paraculo. Non sarò io, che ho venduto l’anima ai giornali e alla televisione, a sentirmi autorizzato a contestare la scelta alimentare che Fabretti, (con tre figli, io ne ho cinque) ha fatto, sistemandosi su una comoda poltrona. Al contrario, ho forte simpatia per chi è vittima delle mie stesse debolezze (per le ricchezze di Fiammetta, invece, nutro una fraterna invidia). Però, sono convinto che la grande poesia possa nascere solo da infelicità e disperazione. Se si sceglie una vita borghese, rassicurante per se stessi e per la famiglia, bisognerebbe che la spiritualità repressa o anche solo compressa desse qualche segno scintillante, non solo nei versi, ma nell’attività professionale. Il che vuol dire che mi piacerebbe trovare qualche indizio di genialità, nel caso di Fabretti, uomo colto e sensibile, nella rivista di cui Moretti è orgoglioso – perché incassa tanti soldi dalla pubblicità – che tutti conoscete, quella destinata agli utenti della FrecciaRossa. Si parva licet, con un inchino a Virgilio.

18-12-2013

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