OGGI VI DICO CHE… VIOLANTE PIACE A FERRARA. COME IL VINO VECCHIO

Un lettore chiede al direttore del “Foglio” se Luciano Violante non meriti un sincero plauso e l’Elefantino risponde: “Un uomo di Stato dignitoso e intelligente. Il Violante di ieri ce lo eravamo legato al dito, il laccio si è rotto.” (Giuliano Ferrara, il Foglio, 5 dicembre 2013).

ATTUALIZZANDO…I MERITI DI GIULIANONE

Molti amici, che non lo hanno in simpatia, mi chiedono perchè mai questa nota quotidiana debba grondare di elogi per l’Elefantino. Bene, visto che non si è capito, i motivi sono tanti e li elenco – non certo in ordine di importanza. In primo luogo, Ferrara ormai è di casa, anzi di più: perchè leggo il Foglio ogni giorno o quasi dal primo giorno e in casa, ahimè, non ho altri con cui confrontarmi, almeno per gli argomenti che sono cari a me e ai “foglianti”. Poi, Giuliano è colto: per motivi di famiglia, negli anni in cui visse in Russia – probabilmente infelice, ma questo non lo so – fin da ragazzo si impadronì dei classici, e si vede. Poi, sa cambiare idea e fronte politico se non si riconosce più nello stesso fronte e, se rimane al fronte, sa opinare, distinguere, contestare. Poi, è garbato, ma sa essere brutale: ricordo come distrusse in tre parole, in diretta tivu (“Torna allo spettacolo!”), Pippo Baudo quando il presentatore osò, dopo un risultato elettorale, presentarsi in video come portavoce, se non erro, di De Mita. Poi, non è mai schierato in un gregge, ha mente libera ed è quasi sempre controcorrente. Poi, ha senso dell’umorismo. Poi, scrive in maniera principesca. Poi, tiene in piedi un giornale diverso, straordinario, una miniera di intelligenza: in particolare il numero del sabato, è un capolavoro, nel capolavoro editoriale (ci vuole una settimana per leggerlo, consiglierei a Giuliano di farne, appunto, un settimanale, con un prezzo speciale, così dimostrerebbe che i settimanali in Italia possono sopravvivere). Poi, perchè è amico di Lino Jannuzzi, uno degli uomini più acuti e intelligenti, nell’analisi politica, mente libera anch’egli, e conquistatore di anime e corpi femminili, tutte cose che mi piacciono, senza confine. Poi, perchè è un personaggio politico onesto, leale, elegante. Poi, perchè detesta Scalfari. Poi, perchè è tormentato verso la religione, così come sempre più tormentato sto diventando io, trattenuto solo dal timore che la fede possa avvicinarsi perchè, inconsciamente, e mi indigno con me stesso, avrei paura della morte. Poi, ama in modo filiale i cani come li amo io, e ha scritto anni fa il suo dolore per la perdita del suo lupo (lo pubblicò Massimo Donelli, su Epoca), come sarebbe piaciuto fare a me, se ne fossi capace, in morte della mia adorata labrador Penelope (ci avrei provato, ma Maurizio Crippa – per fortuna – mi bocciò a prescindere, senza leggermi, la proposta). Potrei continuare a lungo, ma per darvi la dimensione di stima affetto e rispetto aggiungo: mi piacerebbe che Giuliano fosse mio fratello, minore, e comunque gli riconosco il merito di avermi riempito la vita di amici: tutti quelli che scrivono sul Foglio, a cominciare da Crippa, dal giovane Cerasa, Buttafuoco, Langone, Milani, Andrea’s Version, Sofri, Bordin, Di Michele e chiedo scusa a quelli che dimentico: ne conosco pochissimi di persona, ma per me sono consanguinei, una grande famiglia allargata. Ah, dimenticavo. Quando non lo conoscevo, Giuliano già mi era simpatico. Perchè è grasso. Come me. E grasso è bello. Antonio Ghirelli, mio padre adottivo, quando era direttore del tigidue lo mandò per primo in video, contro il parere di Craxi. Bettino lo sconsigliava: “Capisce di politica, ma è grasso…In tivu non va bene.” E Ghirelli: “Capisce di politica, ne parla in maniera comprensibile a tutti, e piacerà in tivu proprio perchè è grasso, riempie lo schermo, sa sorridere, è bonario…” E fu, uno dei tanti, un successo strepitoso.

PERCHE TRAVAGLIO E’ UN’ECCEZIONE (PER ME)

Il direttore di un giornale – non è De Bortoli, a scanso di equivoci – mi chiede perché me la prendo assiduamente, esageratamente dice lui, perché gli editorialisti del Corriere non riescono a contenere i loro articoli in prima pagina. Premetto che gli editorialisti sono apprezzabili per ciò che scrivono, e lo sarebbero ancora di più se riuscissero a essere succinti. Premetto che il Corriere e De Bortoli mi stanno a cuore perché dirigevo il CorInf e perché Ferruccio fu un allievo. Premetto che sono pigro e come tutti i lettori dei quotidiani avrei diritto a non sfogliare le pagine del giornale, per trovare ciò (sempre meno, ormai) che interessa. Premesso questo, all’amico che mi ha fatto notare che anche Travaglio sfora dalla prima pagina sempre più frequentemente, sinceramente rispondo: Il Fatto è un giornale piccolo, si sfoglia facilmente, ha diritto a un pizzico di pazienza e solidarietà. E Travaglio è l’articolista che, di solito, leggo per primo. (Il mio desiderio recondito è di indurre Ferrara e Travaglio, gli articolisti – vedi sopra – che stimo di più, a rispettarsi e, se possibile, a diventare amici). Premesso questo, anche a me piacerebbe che Marco riuscisse a chiudere le sue opinioni in prima pagina: la brevità, la capacità di sintesi è una qualità consigliabile a tutti.

SETTE ANNI ANTICOSTITUZIONALI? FORSE SI’, FORSE NO

La Corte Costituzionale ha stabilito, sette anni dopo, che il famigerato Porcellum è una legge elettorale anticostituzionale: per le elezioni, Parlamento e Senato, Quirinale, per tutto ciò che è stato stabilito e determinato dagli ineleggibili, ovvero – a mio modo di vedere da contadino, scarpe grosse e cervello fino – tutto e tutti, tutti e tutto, dovrebbero essere dichiarati illegittimi. Dopo di che, visto che l’Italia è una società post-agricola e contadini siamo rimasti pochi, e troppi rivendicano un cervello più fino, le cose non sono così semplici.. Potrebbero essere validi molti scenari, ne segnalo due.

PORCELLUM ABOLITO 1. CONSEGUENZE NEGATIVE

Ciò che stabilisce la Corte Costituzionale, in Italia, spesso è tranquillamente disatteso. E’ successo con il referendum sul finanziamento dei partiti, in altri casi, anche di recente per il caso Berlusconi – tutt’ora da definire, almeno parzialmente. Quindi, non è escluso che si faccia finta di niente. Automaticamente, cancellato il Porcellum, si dovrebbe tornare alla precedente legge elettorale, il cosiddetto Mattarellum. Molti lo vogliono, molti no. Allo stallo e ai doroteismi in cecità perenne siamo abituati. Quindi, è anche probabile che niente succeda.


PORCELLUM ABOLITO 2. CONSEGUENZE POSITIVE..

..Quindi improbabili. Dopo la devastante sentenza della suprema Corte, però, è anche possibile che le forze politiche si diano una mossa. Del tutto da escludere, intendiamoci, che tutto ciò che è successo dal 2006 a oggi, essendo illegittimo, possa essere cancellato, compreso ciò che riguarda Berlusconi, oltre alla legittimità di Napolitano al Quirinale, alla designazione dei parlamentari, a tutto ciò che è stato deciso nelle sede istituzionali fino ad oggi. Il pelo sullo stomaco di chi ci governa è tanto folto da rendere impossibile l’accesso al cuore (o alla giustizia). Quindi, dopo aver sancito che la famigerata legge Severino avesse effetto anche retroattivo, è assolutamente certo, ritengo, che la sentenza sul Porcellum non sarà – come sarebbe giusto – considerata attiva dal 2006. Si farà una nuova legge elettorale? Se non si farà, come dice il sullodato Marco Travaglio, anche col Mattarellum saremmo probabilmente destinati ad un inciucio senza fine. Dicono, ed è innegabile il buon senso, che non si possono cancellare sette anni di storia. E allora evviva il paese delle facce di tolla!

 

 05-12-2013

 

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