“E se ti cade in testa una tegola,sei proprio sicuro che in un certo senso non sia stata colpa tua? Non aver considerato la possibilità della caduta, non è stata forse una mancanza di precauzione? E si può davvero escludere assolutamente che sia stato il tuo modo di camminare ad attirare la tegola? O infine non sei passato davanti alla casa da cui il tetto la tegola ti è caduta in testa già con l’intenzione inconscia di scuotere l’edificio dalle fondamenta?” (Arthur Schnitlzer, “Il libro dei motti e delle riflessioni”, Bur Rizzoli, 2002).
ATTUALIZZANDO…BERLUSCONI, ALFANO, BERSANI, MONTI, FINI, CASINI..
Amico Schnitlzer (medico, scrittore, psicologo: Vienna 1862-1931), mio mito, pensatore insigne, desidero confidarti che ho vissuto molto e ho sbagliato moltissimo. Colgo l’occasione preziosa offertami dalla tua riflessione, per ammettere che tutte le tegole sono andato a cercarmele per i miei limiti e per mia responsabilità totale. Detto questo, mi stupisco che famosi e importanti uomini politici non ammettano mai di aver commesso un errore e di aver così messo in moto meccanismi che abbiano portato alla loro caduta.. L’elenco qui sopra è allungabile a vostro piacere: gli errori sono sotto gli occhi di tutti, nessuno ha mai ammesso di averli commessi. Berlusconi, personaggio indubbiamente geniale nel bene e nel male, senza imbrogli e frodi fiscali e senza bunga bunga, non subirebbe le umiliazioni di questi giorni. Alfano, forse presto per dirlo, non lo ammetterà mai, ma pagherà caro aver abbandonato Berlusconi. Bersani, se non si fosse intestardito a smacchiare il giaguaro e successivamente a cercare l’intesa impossibile con i grillini, oggi sarebbe capo del governo. Monti, se non si fosse illuso di essere bravo in politica come all’università, oggi sarebbe presidente della Repubblica o, comunque, candidabile per qualsiasi ruolo importante. Fini, se non si fosse illuso di poter asfaltare Berlusconi e avesse atteso il tempo opportuno, oggi sarebbe arbitro della politica italiana. Casini, se non si fosse appiattito su Monti, oggi avrebbe maggiori opportunità per il suo futuro.. Mamma mia, quante tegole! Ma chi è causa del suo mal..
GENOVA PER NOI, CITTA’ ESPLOSIVA
Conosco bene la mia bella Genova, la mia città adottiva. Quindi, mi permetto di andare al di là di scontate citazioni: il ruolo fondamentale di Genova nella resistenza, i moti popolari del 1960 per far cadere il governo fascistoide di Tambroni, la recente insurrezione per il G8.. Conosco bene la pelle, le ossa, il cuore e il sangue di questa città. Borbotta, si lamenta a prescindere, ha una pazienza molto resistente, apparentemente è avara di sentimenti (è falso che lo sia anche per quanto riguarda il denaro), il suo simbolo potrebbe essere l’intraducibile “maniman” – che significa più o meno “non si sa mai”, ovvero prendo l’ombrello anche quando c’è un pallido sole che escluderebbe la pioggia -, un atteggiamento in generale a metà tra prudenza e saggezza. Ma quando Genova si ribella, ha un coraggio impareggiabile, nel senso che non ha paura di nulla e di più: traccia una linea di comportamento per il resto del Paese, anticipa i tempi, difficilmente si ferma. Le cinque giornate di sciopero alla fine si sono concluse, questa volta, con una frenata, considerata deludente (o peggio, irrisa) da molti. Attenzione: non è così. Le cinque giornate di rivolta, sono un sintomo a mio giudizio, di un malessere. E se non si uscirà da questo malessere – non condivido affatto le tromboneggianti analisi di Gad Lerner, peraltro fazioso ma anche acuto osservatore – basterà un cerino per provocare un incendio. Spero, naturalmente, di sbagliarmi. Ma i genovesi, quando il confine della sopportazione è superato, non frenano e non si fermano.
D’ALEMA IN PIAZZA? E COSA DIREBBE NANNI MORETTI?
Sdrammatizziamo. Massimo D’Alema ha dichiarato, da romanista sfegatato, che se la Roma dovesse vincere lo scudetto, lui scenderebbe in piazza.. Non per spogliarsi, come fece Sabrina Ferilli e come molti si augurano che possa fare Ilary Blasi. Ma per condividere
il brivido della piazza. Dicono che Nanni Moretti abbia commentato: “Finalmente farebbe qualcosa di sinistra..” Ma per la Roma, non per la sinistra.
L’ULTIMA DI SCALFARI, SULLA CANCELLIERI
Il fondatore de La Repubblica non cessa di stupirmi. Nella sua omelia domenicale ha dato il suo giudizio sul caso Cancellieri. Ineffabile! Scrive, Scalfarone, che nonostante la mancanza di reato le telefonate ligrestiane della Ministra sono state politicamente inopportune e, quindi, dovrebbe dimettersi.. Ma quando? Non ora: sarebbe un dramma per il governo Letta! Tra qualche settimana, quando – previsione discutibile di Scalfari – il governo navigherà in acque tranquille e quindi la Cancellieri potrà uscire dal ministero, ben inteso di sua iniziativa, senza provocare guai. Se c’è una giustizia ad orologeria scopriamo adesso che Scalfari suggerisce un orologio anche per i tempi della politica e della morale. Fantastica evoluzione di un inflessibile predicatore moralista.
UN TRILEMMA PER L’ITALIA
L’Italia è un paradiso abitato da diavoli? Oppure è un inferno abitato da angeli? Oppure, tristemente, siamo un eterno limbo, senza angeli né diavoli?
ABOLIRE LE REGIONI. ADERISCO SENZA RISERVE
A poco a poco si fa strada la giusta opinione che non siano tanto le Province a dover essere eliminate, peraltro nessuno vuole farlo veramente, ma le Regioni: luoghi centrali e cruciali delle peggiori ruberie, di grandi sprechi, di mal governo, moltiplicatore di poltrone e poltroncine, in assenza mortificante di ogni possibile corretta strategia. Mi è piaciuta una definizione ascoltata in tv: le regioni sono piccoli stati, contro lo Stato centrale. Desidero ricordare che l’amico Vittorio Feltri fu il primo, ed è passato un anno, a chiedere di deregionalizzare la nostra povera Italia, spremuta fino all’osso.
25-11-2013
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