“Insomma, Berlusconi potrebbe ritornare premier oppure finire in galera” (Antonio Padellaro, Il Fatto quotidiano, 28 novembre 2013).
ATTUALIZZANDO… IL VENTENNIO CONTINUA
La frase che ho citato qui sopra, è la conclusione sintetica e folgorante dell’editoriale di Antonio Padellaro, con un incipit non meno folgorante (“E’ finita, non è finito”) e un perfido titolone a tutta pagina del quotidiano, uno di quei titoli destinati, per icasticità, a restare memorabili…”E’ fuori, può finire dentro”. Ho scelto questi titoli e la conclusione dell’articolo di Padellaro, per commentare il capitolo finale della epopea berlusconiana in Parlamento, perché meglio di tante parole quei titoli e quelle frasi danno il senso di un ventennio che continua: è finito (forse) Berlusconi parlamentare, ma non è finita la sua volontà di rivincita sul piano politico e umano, Ieri, al telefono, ho parlato con un inesausto – e disinteressato – ammiratore di Silvio: “Prevedo che alle prossime elezioni Berlusconi stravincerà, pur essendo fuori dalla Camere e non ricandidabile, il suo partito Forza Italia avrà un botto di voti e in poche ore varerà le leggi adatte a riportarlo all’onore del mondo!” Non ho avuto il cuore di rintuzzarlo, salvo che con queste ovvie riflessioni: ci sono molti e pesanti ostacoli contro questo sfrenato ottimismo, in primo luogo l’età, 77 anni, la stanchezza dopo il ventennio vissuto, nel bene e nel male, con straordinaria energia, gli arresti domiciliari o i servizi sociali dietro l’angolo, che limiteranno le sue risorse, altre ipotesi di carcerazione, altri processi, vecchi e nuovi magistrati pronti a passare alla storia ordinando imputazioni definitive. Per parte mia, è giusto e legittimo che Berlusconi continui la sua battaglia: da scommettitore, non scommetterei affatto sulla fine di questo autentico romanzo ricco di colpi di scena: sia per rispetto di un uomo che conobbi bene negli anni settanta sia perché, avendolo conosciuto, conosco le sue capacità di capovolgere le avversità e trasformarle in imprevedibili successi. Sono certo che quelli del Pdl che lo hanno abbandonato si pentiranno di averlo fatto, ma sul Cavaliere (lo è ancora?) impossibile fare pronostici, troppe volte ci ha stupito.
LA FINE. COSI SCRISSE GAIO SALLUSTIO CRISPO
E ora vorrei ringraziare Alessandro Giuli, che sul Foglio, colto e analitico com’è, assai meglio di me rappresenta la notte della Repubblica antiberlusconiana. Ne cito un passaggio: “Quanto costerà a noi tutti, carnefici e lealisti, il berlusconicidio per ghigliottina? Gaio Sallustio Crispo scrive così, nel suo Bellum Iugurthinum: facile è muovere una guerra, ma concluderla non è semplice, colui che l’ha iniziata non sarà quello che la terminerà. Homo novus e cesariano, Sallustio allude al prologo in cielo (o negli inferi) d’ogni guerra civile…”
MA C’E’ SEMPRE UN ROSSELLA CHE CI CONSOLA
Sempre sul Foglio, a fianco di tanti dotti e illuminati articoli, non mancano mai le quattro righe di Rossella 2000, ovvero Carlo Rossella, pronto a sdrammatizzare e a offrirci scampoli di vite che non ci appartengono. Permettimi, Carletto, di sorridere ancora una volta. Nella tua rubrica “Alta società” oggi ci regali una informazione preziosa: “Per Natale Donna Marella vorrebbe tutti i nipoti a Marrakech.” Stanotte posso dormire più tranquillo e proverò a scacciare un pensiero molesto: Rossellino O’ Hara, ma perché te ne fotti tanto di ciò che succede nel resto del mondo? Perché non ci dici con quale champagne, e di quale annata, hanno brindato i tuoi amici di quell’altra società, che ha subìto e invidiato, leccato e detestato, complottando e inchinandosi, il tuo amico Cavaliere?
MAZZULLO, MESSAGGI CONTROCORRENTE
Il mio amico Domenico Mazzullo, psichiatra di mente libera, onesto e saggio uomo che aiuta (spesso senza compenso) gli infelici e non si fa mai condizionare dai potenti, ogni mattina mi manda sms di spirito “laico e mazziniano”. Lui sa che mi aiutano ad affrontare il nuovo giorno. Eccone due: “Amico mio, ciò che mi stupisce nel Papa è l’assoluta certezza con cui conosce la volontà di Dio nei nostri confronti. Che abbia telefonato anche a Lui?”. E il secondo: “Amico mio, abbiamo festeggiato la violenza degli uomini sulle donne. A quando la giornata contro la violenza delle donne sugli uomini?”
DAL BELGIO INQUIETANTE ORIENTAMENTO SULL’EUTANASIA
Come, spero, è già noto, sono a favore dell’eutanasia, quando le condizioni di chi non riesce a trovare la morte non consentano alcuna speranza di sopravvivenza, ma solo la sofferenza di un’agonia infinita, del dolore, della perdita della propria dignità, ovvero di una pur minima autonomia. Già veniamo al mondo senza sapere perché, perché l’uomo non dovrebbe avere il diritto di congedarsi, se avverte l’umiliazione di essere obbligato, da altri, a sopravvivere in condizioni disperate? E oggi ho letto notizie dal Belgio che trasmettono la volontà politica di quel Paese di autorizzare l’eutanasia su bambini, vittime di malattie prive di speranza di guarigione. Inorridisco. Di questo passo torneremo alla follia di concepire una società fatta solo di creature umane perfette e determinata a liberarsi di quelle imperfette? L’eutanasia, ripeto, per me è un diritto sacro, entro i confini che ho descritto. Quanto al Belgio e ai poveri bambini malati di quel Paese, come si fa a non tener conto di almeno due riflessioni elementari? La prima: si tratta di bambini, dunque immaturi e non formati, ritengo che il diritto all’eutanasia debba essere esercitata solo su volontà di un individuo adulto, capace di intendere, di volere, di conoscere, di distinguere. La seconda: se pure un bambino è inguaribilmente malato, ma cosciente e intelligente, perché si deve impedire brutalmente e cinicamente alla sua coscienza, alla sua intelligenza, in definitiva alla sua anima, di svilupparsi e di decidere, se possibile, e in libertà, il proprio destino? Perché la sua fine deve essere programmata e stabilita da altri?
28 -11- 13