“Qualsiasi terapia del male italiano deve passare da qui: come rendere governabile il Paese. Come aprirsi un sentiero praticabile tra due Camere, sovaldi venti regioni, più di centro Province, più di ottomila Comuni. Come ridurre il numero dei partiti, ridurne il potere, ridurne l’ingerenza.” (Antonio Polito, Corriere della Sera, 25 Ottobre).
ATTUALIZZANDO… LA NOIA, PARISE, LA POLITICA E I GIORNALISTI
Non ce l’ho con Antonio Polito, che stimo e leggo sul Corriere della Sera, quando riesce a contenersi in prima pagina. Perché potrei avercela anche con me stesso e con il cento per cento dei giornalisti, opinionisti, istituzionali e cani sciolti, intenti a ripetere ogni giorno più o meno la stessa litania. I politici sono giustamente nel mirino perché parlano e parlano, come se non avessero responsabilità, e non fanno mai niente di concreto, neanche danno un segno concreto di rammarico. Ma anche noi giornalisti non ci andiamo leggeri. Che noia! Vi propongo una riflessione di Goffredo Parise nel suo libro “Verba volant”: “ Non sopporto più le persone che mi annoiano, anche pochissimo, che mi fanno perdere anche un solo secondo di vita.” Penso che Goffredo, se oggi fosse vivo, si isolerebbe in un rifugio da eremita. Ne ho la tentazione anch’io, mi trattiene solo il timore di non poter procurarmi cibi e bevande di una certa qualità.
Ripeto spesso che una volta c’erano solo due possibilità per dire alt ai drammi nazionali e voltare pagina: la guerra con le sue stragi o anche una bella epidemia… Così si obbligavano le comunità ad azzerare tutto, tenendo a mente una sola priorità, la ricostruzione. Ma ora sono sempre più dubbioso sulla validità della mia affermazione, neanche tanto paradossale. Forse perché sono intenerito dalla mia età, prossima al congedo, e anche dalle debolezze umane, troppo ne ho viste e anche giustificate (chi è senza peccato, scagli la prima pietra). Accontentiamoci di dire: è arrivato il momento di smetterla di lacrimare sulla infelice condizione italiana, bisogna sollecitare i politici a prender iniziative concrete e visibili, dobbiamo muoverci anche noi giornalisti nella stessa direzione. Per quanto mi riguarda, torno a insistere su un mio chiodo fisso: la Casta dovrebbe per prima cosa dare un segnale di cambiamento, di rinuncia ai privilegi, di sacrificio. Perché il problema più grave
è quello della distanza sempre più insanabile tra la Casta e la gente: la classe politica non può illudersi di riconquistare l’indispensabile fiducia degli italiani senza fare un passo indietro. Perché l’ostilità, giusta e diffusa, del cittadino comune verso il mondo politico ha una semplice radice: perché debbo io, inerme cittadino, pagare tasse e mantenere uno Stato, che continua ad affidarsi a governanti che ne svuotano le casse, per riempirsi le proprie tasche? Obiezione ineccepibile. Se davvero vogliamo cambiare, cambiate signori poco onesti e poco casti, voi per primi.
QUALCHE BATTUTA, PER CONSOLARSI SORRIDENDO
Attingo dall’ottima rubrica “Periscopio” di ItaliaOggi, inventata dal Magister Pierluigi Magnaschi. “Dice che spiavano pure il governo italiano. Nelle pause pranzo, per farsi due risate” (Maurizio Crippa, Il Foglio). Da un altro giornale, Il Fatto, che mi tiene compagnia ogni mattina, vi propongo questa vignetta:
(“Datagate: Napolitano intercettato?” Mario Natangelo, Il Fatto Quotidiano).
Non c’è bisogno di commento. E ancora: “Tutti i governi hanno un inizio e una fine, vero Giorgio?” (Jena, La Stampa). “Oggi il mio negoziante ha detto: -il vicecapo dei servizi aveva sottratto dieci milioni del Viminale. – Un’anziana signora ha commentato assorta: -Figurati se era il capo!” (Adriano Sofri, Il Foglio). E chiudo con Socrate: “Ad ogni modo, sposati. Se avrai una bella, sarai felice. Se ne avrai una cattiva, diventerai un filosofo.”
I MAGNIFICI SPOT. IL MIO NUOVO LIBRO, SULLA PUBBLICITA’
Tanto per chiarire, e mi rivolgo agli addetti ai lavori, la mia posizione, mi permetto di
anticiparvi le prime righe del testo: “Confesso che questo libro potrà apparire fazioso a qualcuno, forse anche molto fazioso: sono, infatti, un convinto ammiratore ed estimatore della pubblicità e del suo mondo. Cercherò di dare spazio anche ai tanti, troppi protagonisti delle aziende editoriali, in larga parte giornalisti ed opinionisti, e del mondo politico, che alla pubblicità sono pregiudizialmente ostili, con snobismo e, perfino, odio di presunta radice culturale. Preferisco, come sempre, evitare di lasciarmi influenzare da maggioranze invadenti o da minoranze salottiere, che si auto designano come purissima espressione dell’intellighenzia, preferisco presentarvi con chiarezza, e subito, il mio biglietto da visita e la mia identità. Viva la pubblicità!”
Nel libro, abbiamo selezionato 111 spot meritevoli di attenzione e memoria.
NON E’ UN CONSIGLIO PER IL WEEKEND…MA PER IL LUNEDI’ SERA
“Toni Servillo legge Napoli”, al Teatro Vascello, lunedì 28, serata unica, ore 21. E perché? Come tantissimi di voi, sono un ammiratore fedele di questo straordinario attore.
25 -10- 13
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