OGGI VI DICO CHE… DONNA, UNA SFIDA CHE NON ANNOIA MAI

Essere donna è così affascinante. E’ un’avventura che richiede tale coraggio,  una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare,avrai da batterti per sostenere che se Dio esiste potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse la mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disobbedienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che chiede di essere ascoltata. (Lettera a un bambino mai nato, Oriana Fallaci, Rizzoli, 1975)

ATTUALIZZANDO… LA QUESTIONE FEMMINILE? IMPOPOLARE FARE OBIEZIONI..
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La questione femminile è uno dei casi ai quali la politica, i media, e la legittima sensibilità delle donne danno maggiore importanza, oggi. Ovviamente, come sempre in condizioni analoghe, il caso diventa un tabù. Guai a polemizzare, obiettare: immediatamente vieni condannato come un antifemminista, da punire senza se e senza ma in un girone dantesco dei giorni nostri (ovvero, essere disprezzati da tutte le donne che percepiscono questo problema come una priorità, assistere senza possibilità di reazione al linguaggio, scritto e parlato, dei tanti, troppi maschi ipocriti, che con un sorrisino di comprensione si schierano immediatamente dalla parte più conveniente). Per me, affronto il rischio, dicendo semplicemente che non si tratta di convenienza e di schieramenti, ma semplicemente di avere un pizzico di ironia, e di buon senso, nonché di ragionevolezza. Ad esempio: il termine femminicidio mi sembra orribile, di più: incomprensibile. Cosa diavolo significa? Che si uccide una persona solo perché è di sesso femminile? Oppure, al limite, che uccidere un maschio sia meno grave, che uccidere una femmina? Il codice non prevede né distinzioni né questo tipo di reato. Convengo che i codici della giustizia non sono un riferimento importante, secondo quanto si registra ogni giorno, per la nostra società.

 


A COLLOQUIO, DOPO LA LETTERA APERTA, CON ANNA MARIA TARANTOLA
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La Presidente della RAI, dopo la lettera aperta che ho indirizzato a Lei e al Direttore Generale Luigi Gubitosi, ha avuto la cortesia di ricevermi, di dedicarmi un’ora del suo tempo, soprattutto di ascoltarmi e rispondere alle mie domande. Non sono autorizzato a tradurre la conversazione, un incontro informale, nei termini di un’intervista. Posso, però, riferire ai lettori della mia lettera aperta alcuni passaggi importanti dell’incontro. La Presidente Tarantola era affiancata da tre persone del suo staff: il direttore degli affari legali e societari Salvatore Lo Giudice, il capo della segreteria del Consiglio Nicola Claudio e il capo dello staff Maurizio Rastrello. Troppa grazia, o troppa attenzione, per la mia modesta persona! O si è trattato, semplicemente, di un pizzico di diffidenza? Forse no: ho incontrato per la prima Anna Maria Tarantola, con la quale avevo avuto in precedenza solo piccoli scambi epistolari, e ho trovato una dirigente tanto cortese quanto ferma, precisa nelle sue convinzioni, fiera per la sua competenza e l’esperienza (come si sa, è stata un architrave di Bankitalia), fedele e coerente con i suoi principi.
Nella lettera aperta, al di là della verbosità, dicevo sostanzialmente: Voi, vertici della RAI, avete fatto in quattordici mesi un lavoro importante, imprevedibile e probabilmente insperato, per quanto riguarda i bilanci, la correzione del deficit, i tagli indispensabili. Ciò non vi è riconosciuto diffusamente, anzi: per parte mia penso di farlo, pubblicamente, sia per la mia libertà di mente a cui sono affezionato, sia perché non faccio parte di partiti o di lobby alcuna, sia infine perché – sapendo poco di economia e di finanza – mi sono fidato del parere di alcuni esperti, che considero superpartes. E questa è la prima parte della lettera. Nella seconda parte a Tarantola e Gubitosi chiedevo: per quanto riguarda i contenuti, invece, non mi sento soddisfatto né mi sembra che ci siano stati cambiamenti significativi. Mi sembra che ci sia una evidente paura di rinunciare ad alcuni costosissimi personaggi, ma soprattutto la non volontà, o l’indisponibilità, a ricercare nuovi talenti, in particolare tra le file dei dipendenti nelle varie strutture, che contano su risorse e qualità non valorizzate. Entravo nei particolari: vero che si è rinunciato a L’Isola e a Miss Italia, vero che non si è avuta paura di perdere un Minoli e altri, ma vero anche che negli ultimi giorni abbiamo assistito all’esagerato timore di perdere Fazio e all’esagerato rimpianto di non aver acquisito Crozza. Penso che la RAI non avrebbe perso molto, rinunciando a Fazio; e potrebbe valorizzare, come ha fatto La7 con Crozza, nuovi comici e intrattenitori, senza obbligarsi a blindare Fazio e a rincorrere Crozza.
Penso anche che si dovrebbe fare uno sforzo creativo, oltre all’indispensabilità dei tagli, per sostituire programmi come L’Isola e Miss Italia: nel rispetto della donna, della decenza, del rigore ai quali la Tarantola e Gubitosi sono vicini. Penso infine che, per la sperimentazione, si potrebbe utilizzare al meglio i tre mesi estivi, assai più di quanto non si sia fatto finora: a luglio, agosto e settembre, gli abbonati non vanno in vacanza, pagano il canone.
Sintetizzare le riflessioni di Anna Maria Tarantola non mi è consentito e non ho mai tradito la fiducia dei miei interlocutori. Quindi, mi taccio. Posso solo dire, e me ne compiaccio, che la RAI di Tarantola vuole introdurre il “metodo di valutazione” delle risorse umane, seguendo l’esempio di ciò che si faceva a Bankitalia, allo scopo primario di valorizzare i cervelli migliori e di gratificarli.
La meritocrazia è fondamentale, ho detto, e la Presidente è pienamente d’accordo. Credo che avremo qualche sorpresa o novità, prossimamente. Importante, per la Tarantola, fare gruppo, come prendersi responsabilità individuali. Posso riferire che per la Tarantola il risanamento
dell’azienda era l’obiettivo primario: non si possono varare 120mila ore di programmi, se l’azienda è in crisi, sperperando denaro. Prima di tutto, bisogna far quadrare i conti.

 


CIO’ CHE ALBA PARIETTI NON HA CAPITO
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Ieri alla Vita in diretta, sono stato invitato ad esprimere qualche riflessione sull’importanza che la bellezza ha per l’affermazione e il successo delle donne (e anche degli uomini). Ad Alba ho detto, forse crudamente: io, a differenza di altri, non ti prenderei mai per partecipare ad un talk politico. C’è chi lo fa, ma esclusivamente per la tua bellezza. Reazione indispettita della Parietti: “è scorretto e ingiusto ciò che dici, io da quando avevo dieci anni, mi nutrivo di politica”. La mia replica: “Potresti anche essere nata con la camicia della politica addosso, ma ti invitano solo per necessità decorative”. E questo dimostra che la bellezza da’ opportunità alle donne di avere e conquistare, più di altri, successo e spazio.
Prima, durante e dopo il battibecco, ho tentato di spiegare che volevo semplicemente dire questo: è sbagliato promuovere un messaggio, per i nostri figli e per i giovani in generale, che devi puntare sulla bellezza, per avere successo. Ci vogliono altre qualità, studio, spirito di sacrificio, altre virtù. Sei bella? Hai maggiori opportunità ma non basta: ho visto tante oche giulive e bellissime, affermarsi per un breve periodo di tempo, ma non ho mai visto un’oca bella, ma irrimediabilmente stupida e incapace tenere la scena per lungo tempo. Se sei solo bella, senza altre qualità, non andrai lontano.

DA LAURA BOLDRINI ANCORA UNA DELUSIONE
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La Presidente della Camera, Laura Boldrini, tra un po’ sarà assimilabile a Carlo Rossella: mi delude ad ogni uscita. Ci sono differenze, per carità. Una positiva: Carletto mi delude ogni giorno, la Boldrini, nonostante la sua vocazione per la visibilità, infligge colpi frequenti ma non quotidiani. Differenza negativa: Rossella2000 mi fa sorridere, la Signora Boldrini mi irrita profondamente. Per oggettività, devo dire, che la colpa è anche mia: consideravo Rossella, finché ha esercitato, un piccolo mito del giornalismo; ho temerariamente salutato l’elezione di Boldrini, con entusiasmo, convinto che portasse freschezza, novità, e idee importanti nelle ammuffite istituzioni.
Non è stato così. Per quanto mi riguarda personalmente, la Presidente non risponde agli inviti, alle domande poste anche per lettera, alla lettera aperta pubblicata in queste colonne. E passi. Però non mi piace neanche quando stigmatizza Miss Italia e si occupa dei palinsesti della
RAI, quando accorre a Lampedusa senza alcuna utilità per la popolazione e le vittime dei barconi, quando se la prende con il gioco d’azzardo legale, mentre invece allo Stato, dunque anche alla Camera che presiede, spetterebbe combattere il gioco illegale, ovvero la criminalità, e tener conto che grazie al gioco legale ci sono miliardi di entrate per il fisco e, in tutta Italia, decine di migliaia di posti di lavoro.
Oggi leggo dal sito de L’Espresso che la Boldrini ha inflitto una lunga anticamera alla Signora Aung San Suu Kyi, Presidente della Lega nazionale per la democrazia Birmana, nonché premio Nobel. E’ successo ieri pomeriggio nel palazzo della Camera, al piano nobile di Montecitorio, a cinque metri dallo studio di Laura Boldrini – che intanto si intratteneva con i suoi collaboratori. Si scuserà, la Presidente? E si scuseranno quei deputati che non si sono presentati all’appuntamento con la leader dell’opposizione birmana al regime dei militari? Aung San Suu Kyi era in visita ufficiale! Ma dubito che ci saranno scuse. Siamo quel che siamo: temo, essendo ormai nota la puntigliosità della Boldrini, che ci sarà chissà quale permalosa precisazione da parte del suo ufficio stampa. Resta il fatto che un premio Nobel non si fa aspettare su un divanetto, ma si va ad accoglierlo all’ingresso di Montecitorio. La Boldrini, tra i suoi tanti interventi, non ci ha risparmiato quelli (retorici, inopportuni, invadenti) sullo sfruttamento del corpo delle donne da parte della pubblicità e dei programmi televisivi. Sostenendo, giustamente, che le donne dovrebbero essere apprezzate per la loro personalità, per altre virtù. Si predica bene e si razzola male? Aung San Suu Kyi non è una donna di apprezzabile personalità?

 

 

30-10-2013

 

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