Ultima polemica sulla première dame Brigitte Macron: durante le visita in Egitto ha indossato delle sneakers dorate di Louis Vuitton da 750 euro. «È lo stipendio di una cassiera» hanno commentato i Gilet gialli. Replica dell’Eliseo: «Le scarpe sono state soltanto prestate» [Pierantozzi, Il Messaggero].
OGGI VI DICO CHE… IL DISAGIO
ATTUALIZZANDO… LE COSE FASTIDIOSE
Ciascuno di noi è infastidito spesso, o addirittura ogni giorno, da piccoli problemi, minuzie forse inevitabili che non riusciamo a sopportare. Sono curioso di leggere ciò che i lettori di questo mio diario, se hanno tempo e voglia, mi scriveranno. Intanto vi propongo una mia lista di ciò che non sopporto.
AL DI LÀ DELLA PESSIMA EDUCAZIONE
Prima di tutto, in linea generale, non sopporto le sgarberie immotivate, la cattiva educazione, l’arroganza. Poi…
Quelli che parlano con accenti dialettali forzati, senza senso dell’umorismo: al primo posto quelli che non sono romani, ma parlano in romanaccio. E ancora: gli auguri convenzionali, le frasi fatte, i modi di dire. La folla chiassosa (di notte!) ad agosto e negli altri mesi estivi, in spiaggia e in piazza.
NON SOPPORTO I RITARDATARI
Non sopporto quelli che sono sempre in ritardo, e detesto anche me stesso quando non sono puntuale. Non sopporto i capelli unti, le mani sudate, le strette di mano flaccide. Le unghie lunghe. Preoccuparsi per cose futili e lagnarsi senza motivo. Gli errori grammaticali, i congiuntivi a casaccio.
GLI INGLESISMI E LE INNOVAZIONI IN CUCINA
L’eccesso di inglesismi, detesto, nelle conversazioni e nei giornali. Mia moglie, ottima cuoca,
quando in cucina tenta di provare bizzarre innovazioni, nei piatti tradizionali. La nouvelle cuisine. Gli avari che non mettono mai le mani in tasca, neanche per pagare un caffè.
QUELLI CHE DICONO “LA QUALUNQUE”
I tatuaggi. Le abbreviazioni nei messaggi (tipo xkè, cmq). Quelli che dicono “la qualunque”. Quelli che buttano sporcizie in strada. Quelli che si mettono le dita nel naso o si danno un’aggiustatina ai genitali. Quelli che allungano la forchetta nel piatto degli altri. Quelli che non tirano lo sciacquone…
ARRIVEDERCI CON LE COSE PIACEVOLI
Mi fermo qui. Penserete che sono io, insopportabile. A volte, sì. E sarebbe più piacevole (un’altra volta?) parlare di quelle piccole cose piacevoli che ci deliziano la vita.