UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… CAIRO È UN PUGILE?

Continuano a tirare Urbano Cairo per la giacchetta, attribuendogli il progetto di entrare in politica. Non ho fonti particolari, non ho sentito Cairo di recente, ma smentisco, fidandomi di una mia personale e radicata convinzione. Alla base delle scalate di Cairo ci sono infatti, tra le altre, due qualità: la pazienza, la capacità di aspettare il momento giusto per esporsi e sferrare il pugno del kappaò. È un pugile avveduto. E così é quasi sempre stato, nella sua invidiabile carriera: re della pubblicità, patron de La 7, presidente del Torino, poi editore del Corriere e del gruppo Rcs. Non ha sbagliato un match. Penso che sì, probabilmente Cairo scenderà in politica. Ma non adesso. Quando arriverà il momento opportuno, secondo il suo cervello, il suo sesto senso, e i calcoli che – secondo me – da tempo sta maturando.

OGGI VI DICO CHE… IL POTERE

“Non si può conoscere veramente la natura e il carattere di un uomo fino a che non lo si vede gestire il potere.”
(Sofocle)

“Chi dice di non amare il potere meriterebbe di perderlo.”
(Roberto Gervaso)

“La cosa peggiore per i potenti è che non possono fidarsi degli amici.”
(Eschilo)

“Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole.”
(Pier Paolo Pasolini)

“Gli esseri umani sono scimpanzé che quando si ubriacano di potere perdono il controllo.”
(Kurt Vonnegut, scrittore e saggista statunitense)

 

ATTUALIZZANDO… CHI LO PRENDE, IL TIGIUNO?

Secondo Cuzzocrea di Repubblica, il candidato preferito da Di Maio per il tigiuno sarebbe Andrea Bonini, oggi alle relazioni istituzionali di Sky. Secondo Ajello del Messaggero, il candidato stimato dal vicepremier, sarebbe Francesco Piccinini, direttore della testata web “Fan page”

 

 

MAGARI OGGI CI FOSSE UN ALTRO MACHIAVELLI

Penso che sarebbe una gran fortuna per l’Italia, se oggi ci fosse un nuovo Machiavelli. Da un po’ di tempo mugugno con me stesso su due idee. La prima… Perchè tanta severità verso Niccolò Machiavelli: cinismo di qua e cinismo di là, e nient’altro? E la seconda… Perché la continua esaltazione di Richelieu? I suoi emuli sarebbero dovunque: Richelieu di qua e Richelieu di là, ma l’apprezzamento è veramente meritato? Di Richelieu vi parlerò un’altra volta, di Machiavelli oggi, e magari ci fosse, oggi!

 

“CINISMO”, MA DE CHE?

Attribuire a Machiavelli e a chiunque, frettolosamente, il presunto peccato di cinismo è una robaccia che si è diffusa in maniera impropria: perfino una squadra di calcio che fa gol viene definita “cinica”. Cosa dovrebbe fare, rinunciare al gol? Per il calcio, e per il grande Machiavelli, sarebbe invece opportuno parlare di lucidità, concretezza, super realismo.

 

L’AUTONOMIA DELLA POLITICA. DA TUTTO!

Niccolò di Bernardo dei Machiavelli, nato e morto a Firenze (3 maggio 1469-21 giugno 1527), teorizza – come afferma Alessandra Necci, storica raffinata e perspicace – “l’autonomia della politica dall’etica e dalla morale perché essa ha un solo compito, la salvezza dello Stato, dal quale dipende il benessere di ognuno”. “Il Principe” è un saggio, inimitabile, di indicazioni intelligenti per far funzionare lo Stato. Mi piace anche – non scandalizzatevi! – una provocazione: il governo si mantiene con la paura e non con l’amore, perché la paura è un sentimento stabile, l’amore è invece passeggero.

E LA VOGLIA DI UNITÀ D’ITALIA

Machiavelli fu anche un tenace sostenitore – a quel tempo! – dell’unità d’Italia, se non ancora di una vera Nazione, almeno di una confederazione tra i vari Stati. Disprezzava le ipocrisie e tutto ciò che oggi è definito politicamente corretto. E se tutto questo vi sembra poco, alla prima occasione aggiungerò altro.

 

 

 

cesare@lamescolanza.com