OGGI VI DICO CHE…

“La radio è straordinaria perchè vive di fantasia. A chi scriveva per sapere com’ero rispondevo che somigliavo a Mal dei Primitives. La televisione ha rotto l’incantesimo.” (Maurizio Costanzo)

ATTUALIZZANDO. SE GLI URLANTI DEI TALK IN TIVU’…

tv talk

…pensassero a questa battuta di Maurizio, si farebbero vedere un po’ meno in tivù. Certe urla, certi schiamazzi forse reggerebbero ancora, alla radio. Conosco un sacco di gente che cambia canale appena alle urla stridule vede e associa certe facce televisive: politici, giornalisti tifosi di calcio, tuttologi un tanto al chilo… Sempre più insostenibili. Volti nuovi e puliti, per favore, aria fresca!

L’ALTA SOCIETA’ DI CARLITO EL DRITO

rossella ira

Nella sua rubrica sul “Foglio” Carlo Rossella per tutta l’estate ha continuato a imperversare con l’esaltazione di personaggi ed eventi di cui nulla può fregare a persone che abbiano un minimo di ironia e qualche preoccupazione concreta e quotidiana. Adesso siamo alla vigilia dell’autunno e, con congruo anticipo (bisogna prepararsi psicologicamente, no?) Rossella 2000 ci informa: “La nobiltà spagnola e tedesca tutta a Milano il 23 settembre. La principessa Ira von Furstenberg mette in mostra i suoi oggetti, memorie di vita e di viaggi. Una meraviglia”. Siamo fortunati, non siamo annoverabili tra i nobili tedeschi e spagnoli, come possibile nobile italiano non ho indagato sui labili legami che potrei avere con i Lanza di Trabia, la maggior parte di voi è nelle mie condizioni…dunque potremo il 23 settembre, nel giorno dell’Ira, rinunciare alle meraviglie della Furstenberg, prenderci un capuccio col cuoricino al nostro bar, maledire il bus che non arriva, commentare il football, imprecare perché la fine del mese e vicina e gli euro non bastano. Carlo Rossella (O’ Hara), domani è un altro giorno: potresti mai dare, per una volta, un’altra opportunità a noi della bassa società?

CHAPEAU! GRAZIE, GABRIELLI!

gabrielli

Ringrazio il capo dipartimento della protezione civile Franco Gabrielli (successore sobrio e operoso del discusso Bertolaso) perché, grazie al suo impegno e a quello della sua delicatissima struttura, ha fatto vivere a noi italiani momenti di ingenuo patriottismo – per la splendida operazione di raddrizzamento della nave Concordia. Ah finalmente, una boccata d’aria pura. Per una volta non dobbiamo vergognarci, noi italianuzzi costantemente sotto il tiro di critici nazionali e internazionali con la puzzetta sotto il naso, di disastri, pasticci, gaffe, incapacità varie e vere, ma anche spesso  presunte. Gabrielli mi ha impressionato, intanto, quando – prima dell’inizio delle operazioni – ha detto: “Andrà tutto bene. Nel caso che le cose non andassero bene, la responsabilità è solo mia”. Viva la faccia, viva l’assunzione di responsabilità, in un paese in cui tutti hanno la vocazione a scappare come leprotti e, più spesso, come conigli. Avevamo gli occhi di tutto il mondo addosso: diciamo la verità, quanti di noi temevano una nuova figuraccia, per di più in diretta? Ammirevole anche il comportamento di Gabrielli nella conferenza stampa, davanti a giornalisti italiani obbligati a un silenzio contrito e a colleghi stranieri, abituati a trattarci come arlecchini o stracciaculi… il leader della protezione civile, con eleganza, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe. E poi ha illustrato la qualità di un team composto a maggioranza da ingegneri italiani, intelligenze italiane e, aggiungiamo noi, da un “capo” che non si nasconde dietro un dito.

 

CARO MASSIMO, CARO MARCO…UNA DISPUTA GENTILE

fini travaglio (3)

Antonio Esposito, presidente della sezione della cassazione, che ha confermato la condanna per frode fiscale a Silvio Berlusconi nei processi di primo e secondo grado, è difendibile o ha sbagliato? (Tutti sappiamo che i giornali berlusconiani, e non solo quelli, hanno criticato le esternazioni fatte da Esposito in una cena privata e poi, dopo la sentenza, in un’intervista al Mattino di Napoli).
Questa domanda, al centro di infinite discussioni nei salotti e nelle cene, e nodo centrale di roventi polemiche politiche, è stato affrontato su “Il Fatto” dal vicedirettore Marco Travaglio e da Massimo Fini, eminente collaboratore del quotidiano. I due, in netto contrasto, si sono confrontati, in una pagina interna de “Il Fatto” in maniera, come dire?, molto garbata. Secondo Fini, Esposito ha sbagliato, è indifendibile. Sotto il suo pezzo, quello di Travaglio: “Caro Massimo, le cose sono andate in un altro modo”. Per Marco, Esposito non ha sbagliato, gli vengono imputati errori che non ha commesso. La mia impressione è che Massimo e Marco si siano espressi sotto il peso della loro reciproca amicizia. Di Massimo sono amico anch’io, lo conosco, perciò sono convinto che non abbia scritto tutto quello che aveva da dire. Travaglio ogni giorno in prima pagina firma succosi e drastici editoriali: il fiele, giustificato verso tutto e tutti, prevale sul miele, pressoché inesistente. Il suo pezzo è il primo che io legga, quando apro i giornali al mattino. E mi sembra che anche Travaglio si sia frenato sotto la formula giornalistica compromissoria per lui inedita “caro qui e caro là…”. A farla breve, i due avrebbero fatto meglio a scannarsi, il giornale poteva farne un doppio paginone centrale, con soddisfazione di tutti e due, per il godimento di tutti i lettori che amano le sfide ad alto livello. In fondo, al di là del duello personale, Esposito è tuttora al centro della più intricata vicenda politica e giudiziaria esplosa, tra le tante, nel dopoguerra.

 

 

17-09-13

cesare@lamescolanza.com