Non c’è peggior condizione per un giornalista di trovarsi in mezzo a due fondi qualificate, che gli confidano previsioni e certezze opposte. Succede a me. Ieri vi ho riferito di Fabio Vaccarono (Google Italia) in pole position: così mi ha detto una fonte che non mi hai tradito. Avevo appena pubblicato l’indiscrezione, ieri, e mi ha telefonato un’altra mia cara fonte per assicurarmi che Vaccarono si è già sfilato e resterà dov’è. Cosa aggiungere? Niente. Riferisco. La certezza è una sola, entro pochi giorni una delle due fonti sparirà dalla mia agenda.
OGGI VI DICO CHE… IL TIFO
“Il bene si fa ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca. “ (Gino Bartali)
“L’ammirazione è una cosa meravigliosa; fa si che ciò che è eccellente negli altri appartenga anche a noi.” (Voltaire)
“Io amo colui che desidera l’impossibile.” (Goethe)
“Una rivalità non è necessariamente una ostilità.” (Sigmund Freud)
ATTUALIZZANDO… GINO BARTALI
Ammirare le imprese di Gino Bartali non è, per me, una semplice ragione di tifo per un grande campione. E sono certo che il ricordo di Gino Bartali resterà intatto ancora per molto tempo. Almeno lo spero: da bambino ero un suo appassionato tifoso (tifoso è poco, “Ginettaccio” era il mio idolo).
104 ANNI DOPO LA SUA NASCITA
Fatto sta che in questi giorni, 104 anni dopo la sua nascita, Bartali è stato ricordato da molti con affetto e rispetto. Gino aveva l’età di mia madre, era nato nel 1914, il 18 luglio: segno astrologico cancro, come me. Anche per queste ingenue motivazioni personali diventai suo tifoso. L’ammirazione non derivava semplicemente dal fatto che era il rivale di Fausto Coppi, campione invincibile o quasi. Mi hanno sempre esaltato (nello sport, ma debbo dire in generale anche nella vita) coloro che partono sfavoriti e si battono contro i vincenti con abnegazione, anche se spesso soccombono per sfortuna.
DAL GENOA ALLA CROAZIA A MC ENROE
Perciò, nel recente campionato mondiale, ho fatto il tifo per la Croazia e non per la Francia. E in Italia tengo al Genoa dall’età in cui ero bartaliano, e simpatizzo anche per la Roma contro lo strapotere della Juventus. E nel tennis per Mc Enroe, spavaldo e aggressivo – spettacolare – contro il noiosissimo Bjorn Borg, il pallettaro dominatore.
GENOA, BARTALI, CROAZIA…
Non è solo tifo, ma uno stato dell’anima. No, amici cari, la suggestione non é solo quella di David contro Golìa. Quanto a Bartali, Coppi era più forte, fu fermato nel fiore degli anni dalla guerra (il ciclismo fu sospeso dal 1941 al 1945). Vero che Coppi vinse il suo primo Gifo nel 1940, ma era gregario di Bartali (che aveva appena ventisei anni), finito subito fuori gioco per un grave infortunio.
UN EROE VERO NELLA VITA, IN GUERRA
Infine, come sappiamo, durante la guerra Gino fu un autentico eroe (senza mai vantarsene, anzi nascondendolo): salvò la vita di molti ebrei perseguitati da nazisti e fascisti.
IL MISTERO DEL 1948
Resta un mistero: davvero l’entusiasmante vittoria di Bartali (aveva ormai 34 anni!), nel Tour del 1948, bloccò in Italia la rivoluzione dei comunisti, scesi in piazza per l’attentato a Palmiro Togliatti? Testimoni, politici, giornalisti e storici sono discordi. Ne parleremo un’altra volta.