“Avevo vent’anni quando gli andai incontro, attratto da ciò che in lui più brillava: la genialità, l’inventiva, l’originalità… Mi accorgo di essergli rimasto accanto, finché ho potuto, per la tristezza, la malinconia, e a volte la disperazione, che dietro tutto questo si nascondeva. Era di poco maggiore di me. Ma Leo Longanesi è uno dei pochissimi uomini al mondo che non abbia dovuto aspettare i figli dei suoi coetanei per farsene dei discepoli e che abbia saputo diventare il maestro della sua generazione. A diciotto anni, senza il corredo di studi e senza aver mai messo il naso fuori dalla sua Romagna, era già sul podio a dirigere l’orchestra… Quest’uomo che passava per avaro, e che sul conto dell’albergo e del ristorante lo era, ha trascorso la sua vita a scialacquare tutto il suo patrimonio di ingegno e ad arricchirne gli altri, gratis.” (Cesarino Branduardi, “Memorie di un libraio”, 1964).
ATTUALIZZANDO…
Un Longanesi non esiste, oggi. Oggi c’è l’esatto contrario di ciò che era l’immenso Leo. Altro che scialacquare il proprio patrimonio di intuizioni e di fantasia! Magari ci fossero uno, due, dieci, cento (impossibile!) Longanesi capace di leggere la realtà con feroce e freddo sarcasmo, magari ci fosse la sua velenosa ironia, la sua capacità di indovinare in un solo breve incontro il talento, le potenzialità di un giovane, aiutandolo a crescere, a esprimersi, ad affermarsi. Adoro Longanesi, tra i tanti progetti che mi vagano in testa c’è anche quello di scrivere un libro su di lui o una “piece” teatrale o televisiva su di lui…(cose che non faccio mai perché debbo correre dietro a lavori che mi danno un immediato contributo alimentare). Oggi in giro vedo il contrario di Leo. Se uno ha un grammo di qualità (pensate ai conduttori televisivi o ai comici, o anche agli articolisti dei grandi giornali tipo Scalfari, Galli della Loggia, Panebianco) se lo tiene ben stretto, si ripete in maniera estenuante, ci invecchia, e ci morrà, annoiando il prossimo dopo averlo divertito due o tre volte facendo e rifacendo lo stesso sketch, o articolo, con cui ha raggiunto la fama. Mai dare spazio ai giovani, mai insegnare qualcosa, mai valorizzare e capire chi abbia possibilità di correre come un purosangue, mai giusta severità, mai ironia, e mai generosità verso la qualità degli altri. Mai niente di costruttivo, di nuovo! E mai la capacità, o il coraggio, nei tanti falsi soloni del nostro tempo, di raccontare e vedere quanto ci sia di squallido nelle fazioni, negli infiniti schieramenti di guelfi e ghibellini, che pensano soprattutto al portafoglio, ai privilegi, al proprio culetto! E alla fine tutto si plasma, si accorda, si media, come in una brodaglia rovinata da troppe specie e troppi intingoli, in un Paese inguaribilmente doroteo. Vedendo i talk televisivi, quante volte ho pensato cosa direbbe Longanesi, se fosse vivo! Lui, con il suo umorismo, che riuscì a coniare memorabili slogan fascisti e antifascisti, facendosi beffe di ogni retorica…
Cesarino Branduardi fu un grande intellettuale, un libraio straordinario, un amico dei maggiori poeti e scrittori del secolo scorso. Sono orgoglioso che nella mia biblioteca ci sia la prima edizione di questo meraviglioso libro di ricordi. Ve ne cito uno solo, che basti a far capire ai ragazzi di oggi la fortuna che avrebbero, se oggi potessero incontrare un uomo come Leo… Ecco: Longanesi incontrò Vitaliano Brancati, che era un ragazzotto siciliano convinto di poter scrivere poemetti epici, poesie educative… “Ero presente “scrive Branduardi “il giorno in cui Longanesi, con la buona grazia che lo distingueva, gli randellò un libro in testa urlandogli: – Legga questo, somaro! E’ Gogol, il suo fratello maggiore. E anche lei è un Gogol. Di Catania.” E sotto la guida di Leo, così fu, per il futuro autore de “Il bell’Antonio” e di “Paolo il caldo”.
PER POLITICI, SOPRATTUTTO. LA MACCHINA DELLA VERITA’
A volte idee strampalate, che tuttavia potrebbero essere utili per la società, vengono così, chiacchierando e scherzando tra amici – come ieri con Tony, che lavora con me da vari lustri, e con Simone, un amico sveglio, intuitivo, di intelligenza aguzza. Ed eccoci qui. Premesso che il mio chiodo fisso è cosa si possa fare per indurre o obbligare, vista l’ottusa resistenza, la nostra classe politica a fare qualche significativo segnale di redenzione e di volontà di girare pagina… Ci adopereremo, da questa modestissima postazione, a proporre, invocare l’adozione di una semplice, importante legge. Tutti coloro che fanno politica in maniera significativa e i manager delle aziende pubbliche con incarichi di grande responsabilità, prima dell’investitura, o della candidatura, dovranno sottoporsi alla macchina della verità: con rispetto della privacy personale, ma con opportune domande su quanto riguarda la loro probità, le loro esperienze in relazione ad affari oscuri, tangenti, conflitti di interesse, malversazioni, reati analoghi, ecc. Negli Stati Uniti e in altri Paesi, la macchina della verità è, nelle aziende private, un passaggio abituale prima dell’assunzione di manager e dirigenti di un certo livello.
Intervisteremo i politici disponibili a muoversi in questo senso.
QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA BANCA DI GENOVA
Ieri, alla Cassa di risparmio di Genova ed Imperia, sono successe cose mai viste. Il comitato degli indirizzi (da dare al cda della banca) è stato convocato DOPO la convocazione del consiglio dell’amministrazione, che nel frattempo aveva autonomamente indicato i nomi per il prossimo cda. E dunque quale importanza potevano avere “gli indirizzi”, i suggerimenti del comitato, riunitosi un’ora dopo?! Non basta: non c’è stata unanimità nell’indicazione del presidente, l’autorità del dominus Flavio Repetto, 84 anni (leggere qui sopra la nota su Longanesi, che lasciava spazio ai giovani…) è stata per la prima volta messa clamorosamente in discussione, anche per questo motivo.
E ora cosa succederà? Una domanda si ripropone spontanea: finirà colme al Monte dei Paschi? Penso, avendoci studiato e vissuto per tanti anni, che Genova abbia un senso del denaro più forte che a Siena e che, quindi, saprà proteggere e custodire la sua banca da nuvole molto preoccupanti. Intanto, come abbiamo anticipato ieri, importanti personaggi (Alberti, Guido Alpa…) e altri non ufficialmente consultati hanno rinunciato alla possibile candidatura per la presidenza. L’assemblea dei soci è convocata per il 30 settembre. Possibile, ma molto difficile, che il pugno di ferro di Repetto sia riconfermato… Nelle settimane che precedono il 30 settembre sarà interessante vedere che cosa farà Bankitalia, che ha la Carige nel mirino; se arriveranno novità dalla magistratura e dalle inchieste in corso; rivelazioni annunciate dai mass media; indiscrezioni sui legami tra la politica e la gestione della banca. Da genovese adottivo, spero che ci siano rinnovamenti ed equilibri attendibili nel futuro di una delle banche più importanti in Italia.
05-09-2013
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