“I veri paradisi sono i paradisi che si sono perduti.” (Marcel Proust)
“Il presente non contiene altro che il passato; così, ciò che si scopre nell’effetto si trovava già nella causa.” (Henri Louis Bergson, filosofo francese)
“Si può immaginare tutto, predire tutto, salvo fino a che punto si possa decadere.” (Emil Cioran)
“Coraggio, il meglio è passato.” (Ennio Flaiano)
“Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro.” (Bob Dylan)
ATTUALIZZANDO… A CONFRONTO CON UNA NIPOTE
Qualcosa di buono succederà? Avverto una voglia, per me insolita, di ottimismo e di positività. E aggiungo una confidenza: qualche giorno fa, parlando con una mia nipote di vent’anni, mi sono venute le lacrime agli occhi, spiegandole la nostra situazione politica.
CON LE LACRIME AGLI OCCHI
“Che succede, zio? Perché sei triste?”, mi ha chiesto con tenerezza. E a quel punto non ho resistito: ho pianto. (Penso che sia giusto e umano ammettere le proprie debolezze). “Scusami – le ho detto – sono triste per voi, nipoti, e per i figli: al pensiero dell’Italia disastrata che vi lasciamo”.
MALINCONIA E CONSOLAZIONE
Mia nipote mi ha chiesto di spiegarmi meglio. E allora le ho detto che la mia malinconia comprende, paradossalmente, anche una consolazione. “Vedi: tu e i tuoi coetanei siete abituati così, da trentanni stiamo vivendo una decadenza inarrestabile. Siete nati e cresciuti all’interno di questa decadenza: non avete visto quanto era bella, attiva, rigogliosa l’Italia di una volta… Non avete un riferimento, un termine di confronto”.
L’ITALIA DISTRUTTA E RICOSTRUITA
E le ho raccontato che li ho vissuti, gli incubi della guerra, ho visto l’Italia distrutta e mortificata dai bombardamenti e dalla terribile sconfitta. Ma poi in pochi anni ho visto una ricostruzione meravigliosa, un Paese risorto quasi per miracolo e animato dalla voglia di fare, di girare pagina; ho visto la lira, la nostra moneta, premiata come la migliore del mondo; e la possibilità di trovare un’occupazione con una semplice telefonata, i giornali erano pieni di offerte di lavoro. E così via.
INCREDULA E AFFASCINATA
Mia nipote mi ascoltava con attenzione, forse incredula e certamente affascinata. Le ho detto ovviamente che non vivevamo certo in un paradiso terrestre. E tuttavia quello che vedo oggi mi fa pensare a un inferno. Non riusciva a credere. A immaginare che ci sia stata una Roma con strade senza buche e più o meno pulite, senza cumuli di immondizie ad ogni angolo; e un’Italia in cui i giovani riuscivano a trovare facilmente lavoro…
TOCCA AI GIOVANI
La verità è che noi anziani non siamo da rottamare, abbiamo costruito e sperperato: abbiamo vissuto. E abbiamo cantato, come si dice, le nostre canzoni. Ora tocca ai giovani. Avranno spirito di sacrificio ed entusiasmo? Noi, cinquantanni fa, avevamo euforia e forse incoscienza; e anche, senza rendercene conto, una fisiologica e fondamentale attitudine alla fatica, al sacrificio. Ma i nostri figli e nipoti avranno le opportunità che meritano e che noi abbiamo avuto? Questo è il problema centrale, e direi di no. Ma certo hanno il diritto di pretenderle.