“Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo.”
(Giovanni Pascoli)
“Si usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima.”
(George Bernard Shaw)
“L’arma più potente sulla terra è l’animo umano in preda all’entusiasmo.”
(Ferdinand Foch, generale francese)
“La morte è l’ignoranza della vita. Quanti uomini morti si aggirano tra i viventi.” (Pitagora)
ATTUALIZZANDO… NON È FACILE PARLARE DELLA MORTE
Oggi ho qualche difficoltà su come iniziare questo diario quotidiano. Non è facile parlare della morte, salvo disquisire dell’unico aspetto che ci é noto: la certezza che colpirà tutti, secondo un destino che a tutti è ignoto, all’improvviso o dopo averci sfiorato (io la chiamo, da sempre, la Sparviera, per una suggestione letteraria, e forse anche per esorcizzarla).
LA SCOMPARSA DI MARCO GAROFALO
La mia – dolente – nota di oggi è dedicata a un bravo e importante artista della tivu, che se n’è andato qualche giorno fa: Marco Garofalo, ex ballerino, poi coreografo e regista. Ho lavorato con lui, stupidamente non ho coltivato con assiduità il sentimento di amicizia che d’istinto si era creato tra di noi.
UN VERO UOMO E UN GRANDE COREOGRAFO
Oggi è proprio questo il mio rimpianto. Perché Marco, al di là delle qualità artistiche, era un uomo vero. Nella professione, il suo sogno, anzi l’ambizione dichiarata era di proporsi come regista, e bene ha fatto quando gliene è stata data la possibilità; da coreografo era un autentico asso, per fantasia e intuizioni. Ma come uomo, direi anzi come ragazzo, perché é stato fino alla fine un indomabile, libero ragazzo, era generoso e leale.
COMPETENZA, BRIO, ENERGIA…
Era sempre pieno di entusiasmo e di energia: cosi lo ricordo quando spontaneamente partecipò alla mia Accademia, “Studio 254”, fondata per i giovani desiderosi di entrare in televisione. Conquistò tutti, per competenza e brio. Era fascinoso, simpatico, coinvolgente, seduttivo; e anche con un caratteraccio impulsivo e orgoglioso, come me.
INSIEME IN PROGRAMMI IMPORTANTI
Ha firmato programmi importanti. In alcuni, nelle domeniche di Mediaset, ci siamo trovati fianco a fianco. E regolarmente ammiravo la sua concretezza, le idee, l’ottimismo positivo. Poi ci siamo persi di vista. Fino a quando mi hanno detto del suo male e non volevo crederci.
UN DESTINO ATROCE
Mi hanno detto che Marco ha sofferto come nessuno meriterebbe e mi stupivo che proprio lui, vitale e tanto innamorato della vita, fosse diventato il bersaglio di un destino atroce. È stato assistito dalla moglie, una donna straordinaria, e dai due figli, belli come lui. Appena sessantenne. Ma la Sparviera – impietosa – se l’è portato via.