“Matteo Renzi vuole fare la vittima, non faccia il piccione”, dice D’Alema. “Il rottamatore: “Non devo chiedere il permesso a lui per candidarmi”, replica di Renzi. (Dai giornali di oggi, sullo scontro nel PD).
ATTUALIZZANDO…
Nel PD sono divisi da tutto, tutti contro tutti. Si parla di scissione. Se chiedi pareri in giro, fuori dal PD, chiunque ti risponde con una di quelle frasi fatte che dicono tutto: “D’Alema è sempre D’Alema”. La mia previsione personale? Ex comunisti, ex democristiani, i berlusconiani del Pdl quando Silvio sarà fuori causa si fonderanno in un unico partito – al governo. A patto che non si precipiti in una situazione egiziana. All’opposizione, da vecchio sognatore mi auguro un’alleanza forte e concreta, tra chi non vuol morire democristiano e neanche post comunista.
IN MORTE DI GIUSEPPE ROTELLI
Ho conosciuto Rotelli, imprenditore esemplare, tanti anni fa, non ricordo più quando. Mi portò da lui Sandro Parenzo, di cui ero amico intimo negli anni settanta, quando faceva lo sceneggiatore dei film di Samperi, uno di quelli era tratto da un mio romanzo. Poi Sandro intraprese con grande successo la carriera di imprenditore televisivo e cinematografico e l’amicizia restò, ma con episodi, come succede, di freddezza e incomprensione. Sandro è un talentuoso creativo quanto è spietato, giustamente, quando si tratta di far di conto. Eccolo rispuntare nel Duemila, stava trattando affari televisivi con Rotelli per Telelombardia, mi dice che Rotelli ha passione per l’editoria, vuole fare un giornale: andiamo a pranzo in un famoso ristorante, l’unico della cui cucina Rotelli – molto schizzinoso – si fidasse pienamente. Mi accorgo subito che il mio amico affettuosamente mi aveva descritto come l’unico folle in grado di illuminare il rischioso progetto: un quotidiano regionale, con distribuzione capillare in tutta la Lombardia. La proposta è allettante, sotto ogni profilo. Negli occhi dell’imprenditore vedo brillare la luce – rarissima – della determinazione estrema. E io sono notoriamente folle, ma purtroppo ho un ostacolo: ho appena convinto moglie e figli a trasferirsi da Milano a Roma, e adesso che faccio? Loro vivono a Roma e io vado a lavorare a Milano!? Oppure chiedo a tutti di fare un viaggio di ritorno, come se nulla fosse? Allora dico (senza neanche immaginare le ricchezze infinite del mio interlocutore) che un buon progetto sarebbe quello di varare un settimanale nazionale, impresa più economica, con spazi più accessibili. Trattiamo per un po’, poi non se ne fa nulla. Inevitabile.
Sono abituato a non pentirmi mai di tutte le cazzate che ho fatto nella mia vita, forse avrei fatto bene ad accettare quella proposta. Devo aggiungere che all’epoca, inizio Duemila, ero super impegnato in televisione. Rotelli aveva quella luce negli occhi che distingue la capacità di scelte dell’imprenditore. Una luce che lo portò a diventare un importante azionista del Corriere – o meglio, di RCS. Lui non vide un’analoga luce di entusiasmo nel mio sguardo, e l’incontro, com’è giusto, finì lì. Onore a una delle persone più raffinate, un atipico leader, che abbia conosciuto nella mia vita.
DI GIOVANNI, SE CINQUANT’ANNI NON SONO POCHI.
Forse Gianni Di Giovanni non avrebbe gradito, come succede per i molti neocinquantenni, festeggiare questo compleanno. Ma ci hanno pensato gli amici: una festa a sorpresa, con la capacità di portare a Fregene, al Bagno Blu, un centinaio di persone. Figli, mamma, fidanzata e fedelissime segretarie e assistenti. Enrico e Iole Cisnetto, Raffaella Leone, Marco Fanfani di TBWA e la moglie, Patrizia Rutigliano (proprio oggi confermata alla presidenza della Ferpi), giornalisti assortiti, Flavio Haver, soprattutto cari amici più che vippaioli di caratura varia. Simpatica atmosfera. Non sono stato invitato. Non farò mancare un mio allusivo e perfido regaluccio, intanto gli auguri qui, anche per divulgare e onorare il traguardo fatidico dei cinquanta.
1.569.951,48 EURO NON SONO BRUSCOLINI
Esulto per ogni atto concreto realizzato dai politici italiani, storicamente dediti a fumi e chiacchiere. In particolare, se si tratta di privilegi per la privileggiatissima categoria. 1,569.951,48 euro è il denaro che il movimento 5 Stelle ha restituito allo Stato. Sono tra quelli che pensano che M5S avrebbe fatto a partecipare agli sviluppi della nuova situazione politica italiana, ad esempio in occasione della formazione del governo e dell’elezione del Presidente della Repubblica. Grillo ha preferito restar fuori. Bene, sono le scelte che gli competono. Anche la vigilanza è importante. Con i soldi restituiti allo Stato si possono fare tante cose virtuose. Beppe vigili che quel denaro non entri nel mare magnum della spesa incontrollabile, faccia in modo che quel denaro – a titolo di buon esempio – sia destinato a qualcosa de definibile e controllabile.
COMUNICATORI. UN’ITALIANA PER YVES ST.LAURENT
Sarà un’italiana a guidare la storica maison della moda francese Yves Saint Laurent. E’ infattiFrancesca Bellettini il nuovo Direttore Generale che prende il posto di Paul Deneve e sarà affiancata dal direttore artistico Hedi Slimane. Il patron della casa di moda, François-Henri Pinault ha sottolineato le qualità manageriali della Bellettini che, già per il gruppo Kerig – cui fa capo YSL si è occupata, negli ultimi 5 anni di strategie di merchanding all’interno di Bottega Veneta. La Bellettini, capelli ricci e sorriso coinvolgente, è stata una figura determinante anche per Gucci e Prada.
PAOLA MASCARO APPRODA A GENERAL ELECTRIC
Paola Mascaro assume il ruolo di Direttore Comunicazione e Public Affairs di General Electric in Italia. Avrà la responsabilità di definire e indirizzare le attività di comunicazione e i rapporti istituzionali in linea con gli obiettivi strategici del Gruppo in Italia. “Siamo certi che la sua esperienza professionale contribuirà a rafforzare ulteriormente la reputazione e il posizionamento del Gruppo nel nostro Paese”, ha commentato Sandro De Poli, Presidente e Amministratore Delegato di GE, uomo non facile agli elogi. Paola proviene da Alcatel-Lucent dove è stata Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali per l’Italia e i Paesi dell’area mediterranea. Prima di allora ha lavorato in Accenture.
05-07-13