OGGI VI DICO CHE…

“It’s a boy. E’ un maschio. Un piccolo principe, che un giorno sarà re, è venuto al mondo in Inghilterra. Pesa 4 chilogrammi, più di quanto pesava suo padre William, quando nacque trentuno anni fa nello stesso ospedale di Londra.” (Enrico Franceschini, corrispondente de La Repubblica da Londra)

 

 

 

ATTUALIZZANDO…

William e Kate

Ve lo dico oggi, ma in realtà la notizia è di lunedì 22 luglio. La notizia della nascita dell’erede al trono di Inghilterra è stata comunicata in tutto il mondo, in vario modo, da giornali e web, da televisioni e agenzie… Ogni testata e ogni programma ha proposto la propria formula, per la comunicazione. Ho scelto Franceschini, ottimo giornalista, sia per la impostazione classica di quelle poche righe in prima pagina, sia perché – presumo, e se non fosse così mi scuso – immagino anche un suo pizzico di noia nel dover occuparsi di questi eventi.

Per quanto mi riguarda, non mi interessa che Londra sia in festa, o addirittura il mondo: espressioni orribili di una comunicazione enfatica, che non mi piace. Ma proprio non mi interessa il genere di avvenimento. Posso, al limite, essere sensibile alla nascita, avverrà tra pochi giorni, di un mio nipotino acquisito. Ma c’è un limite a tutto. Che mi frega che William abbia assistito al parto, che mi frega che il fiocco sia azzurro, che mi frega di quanto pesi il pargolo? Che ci frega, come mi ha riferito con ironia la nostra diletta Francesca, che il vestito di Kate sia a pois, nella prima foto ufficiale, esattamente come quello della disgraziata Diana, a fianco del cavallino Carlo, quando nacque William, oggi papà dell’innominato pupo? Insomma, se non mi avete già mandato al diavolo e non vi siete smarriti nel labirinto di nomi, siamo seri! Non è snobismo il mio, è totale indifferenza. Mi occupo di questa “notizia” solo per ben specificare che mi avrebbe molto interessato, se fosse stata accompagnata da qualche particolare imprevedibile: ad esempio, che il pupo fosse apparso di pelle nera (“E’ nato nu criaturo niro, niro…”, da Tammuriata nera) e se, per disonore o gelosia, William lo avesse soppresso al primo vagito. In tal caso, vi assicuro, sarei stato tra i primi ad accorrere a Londra e a sostenere proteste e rivolta, mi sarei augurato, dei neri, degli antirazzisti e anche di quanti non ne possono più di queste monarchie del ciufolo. Ma tutta questa è volgarissima fantasia, ve la confido solo per rendere l’idea di quanto mi abbia emozionato il grande evento.

 

UN GRANDE ROMANZO/ “TRA LA NOTTE E IL CUORE”…

romanzo

Ho letto in due giorni questo romanzo di Julie Kibler, editore Garzanti, maggio 2013, osannato dai critici e accolto in modo trionfale dal pubblico, una coincidenza rarissima dovunque, in particolare in America. E la signora Kibler, se ho capito bene, è debuttante… chiedo venia se do informazioni scarse, tornerò certamente sull’argomento.

Subito – ho finito di leggere questa notte alle tre – mi preme dirvi alcune cose. E’ certamente un romanzo femminile, molto femminile. Una storia complessa, al centro una passione impossibile, intorno tanti intrecci e diramazioni sentimentali, in un groviglio di affetti in cui è facile identificarsi. E, non meno numerose anche all’interno degli affetti, le squallide meschinità della vita di ogni giorno. Sullo sfondo, ma non è giusto dire sfondo perché in realtà è la cornice drammatica di tutto il racconto, le divisioni originate dall’antirazzismo di un’America che – forse – non esiste più.

La narrazione è perfetta. Confesso che verso la fine, piccoli e anche intuibili colpi di scena uno dietro l’altro, ho versato qualche lacrimuccia anch’io. Criticamente, non mi sono sfuggiti molti espedienti per sedurre soprattutto, come ho detto, le anime femminili. Ma, professionalmente, vi assicuro che è un testo perfetto per essere tradotto al cinema, alla grande: indispensabile una formidabile sceneggiatura, perché la storia è complessa e va raccontata attraverso gli occhi della protagonista, dai suoi quindici anni ai settanta… Ma il copione è eccezionale, per cui la sparo grossa: se a Hollywood trovano uno sceneggiatore con le palle e gli attori giusti, il libro della Kibler sarà simile a “Via col vento”. Nei prossimi giorni, altre riflessioni: sospetto che il libro non piaccia affatto ai critici snob, quelli che arricciano il naso oggi e solo domani capiranno il valore delle cose.

 

ALTA E BASSA SOCIETA’/ COSA SUCCEDE A CAPALBIO

 

Ormai sapete benissimo che al mio amico Carlo Rossella, vezzosissimo, non ne sfugge una. E stavolta ci comunica in due righe essenziali che è in arrivo, off-shore Capalbio, il grande yacht di Hubert Burda. E dico io: ovviamente so chi sia Burda, e avrò  aggiornamenti – sempre da Francesca – prima di distillare tutto il mio veleno. Durante la ricerca, vi faccio notare che incombe a Capalbio l’annuale manifestazione “Capalbio libri” di Andrea Zagami, super star della comunicazione. Giordana, diletta non meno di Francesca, e brava – in prospettiva – non meno del papà, mi tiene informato. Nella rassegna, Andrea non ha minimamente tenuto conto dei miei due ultimi libri, uno su Mattei, l’ultimo sul gioco d’azzardo. Ma questa è una prova della sua onestà intellettuale. A Capalbio ci saranno – sticazzi! – Scalfari e Barbara D’Urso, Bisignani e Madron, in tandem, Roberto Napoletano e Giuseppe Di Piazza, Antonella Martinelli, calabresina mia amica e perfino Antonella Boralevi, e addirittura Paolo Crepet, aristicazzi! Ma possiamo, oggi, mettere da un lato l’alta società di Rossella & Burda, con cappello a cilindro e bastone inclusi, e avvilire, in modo assolutamente ingiusto, come bassa società il grande appuntamento di Zagami senior? Anche se l’intento è umoristico, me ne vergognerei. Vera alta società è Capalbio libri, bassa quella dello yacht, anche se grande. Ma, per far contenti tutti, sono informazioni di alta società tutte e due le news che ho dato! Come bassa società, invece, mi propongo io, sol io: con una minaccia a Burda, che fortunatamente sarà introvabile per tutti, e soprattutto per il vecchio amicone Zagami: nel clou della sua festa, mi presenterò in spiaggia, per dire la mia, e questo passi, ma in canotta bianca extralarge, pantaloni estivi lunghi quanto Paolo Villaggio consiglia, e in spaventose infradito di gomma. Non escludo i calzini corti, di spugna. Arrivederci a presto, dunque.

24-07-2013

cesare@lamescolanza.com