“Sentimento che porta a riconoscere i diritti, il decoro, la dignità e la personalità stessa di qualcuno, e quindi ad astenersi da ogni manifestazione che possa offenderli.” (Treccani)
“A te chiedo un rispetto che nessuna formazione politica ha voluto finora riconoscere: il rispetto delle scelte di chi si asterrà in coscienza dal voto, perché non si sente rappresentato da nessuna delle proposte attualmente in campo.” (Carlo Gubitosa, giornalista e scrittore italiano)
“Nessuno ha più amore di colui che sa rispettare la libertà dell’altro”. (Simone Weil)
“Io non divido il mondo in destra e sinistra, ma fra chi rispetta gli altri e chi no.” (Anonimo)
ATTUALIZZANDO… UNA PAROLA CHE RESISTE ALL’INQUINAMENTO
A poco a poco, ritroveremo il valore del rispetto: sinceramente, più che una convinzione, è una speranza. Ne parlo spesso perché amici e lettori mi chiedono che cosa sia da intendere per “rispetto”. Ebbene, premetto che questa parola, nobile ed essenziale per regolare i rapporti umani, è stata ed è tuttora largamente inquinata dai riferimenti a personaggi mafiosi per i quali, chissà perché in un certo gergo, bisognerebbe portare rispetto. Tuttavia, è una parola tanto forte e convincente da riuscire a resistere, come un valore di riferimento.
RISPETTO PER GIAMPAOLO PANSA….
Nella comune vita quotidiana ogni giorno ci imbattiamo in personaggi a cui il rispetto sarebbe dovuto, e in altri a cui andrebbe negato. Ho assistito con dispiacere a un dibattito, a Omnibus, tra Giampaolo Pansa, la filosofa Viola Garofalo, neo leader dell’ennesimo partito politico “Potere al popolo”, e la ministra Beatrice Lorenzin. Se c’è un personaggio a cui bisognerebbe portare rispetto – a prescindere – è Pansa: un Insigne giornalista, un coraggioso scrittore, oggi ottuagenario.
VIOLA CAROFALO E BEATRICE LORENZIN POTEVANO IMPARARE QUALCOSA…
Pansa mi è apparso ben consapevole dell’amara attualità italiana di questi giorni: quindi pessimista, sfiduciato, malinconico. Non andrà a votare. La Carofalo, priva di ironia e di misura, e aggiungerei di sensibilità, lo trattava con sgarbo sprezzante: enunciando teoremi politicamente convenzionali. La Lorenzin, formalmente più gentile e sorridente, teneva il suo comizietto elettorale, strimpellando buoni propositi e convincimenti banali. Invece, tutte e due le signore – quarantenni/cinquantenni – avrebbero avuto molto da imparare dalla saggezza e dall’esperienza di Pansa.
RISPETTO ANCHE PER LA RAGGI
Un altro esempio? Per un anno la sindaca di Roma, Virginia Raggi, è stata investita da schizzi di fango per il caso Salvatore Romeo: presunte, losche responsabilità per la promozione ad assessore. Infine è stata assolta. La Raggi non può (ancora) vantare il prestigio e i successi professionali attribuibili a Giampaolo Pansa, ma è stata investita da furibondi attacchi – pregiudiziali, pretestuosi – senza precedenti e spesso privi di fondamento. Chi, dunque, merita rispetto? La Raggi o gli sfrenati accusatori che l’hanno tormentata per un anno?