OGGI VI DICO CHE… SI FA PRESTO A DIRE EUROPA

“Ora dobbiamo affrontare il difficile compito di muoverci verso un’economia unica, un soggetto politico unico. Per la prima volta dopo la caduta dell’Impero Romano abbiamo l’opportunità di unire l’Europa”. (Romano Prodi)

ATTUALIZZANDO… ITALIA E GRECIA ABBANDONATE…

bandiere italia greciaScrivo prima di conoscere le ultime notizie in arrivo dal vertice UE di Amsterdam. Temo che non ci siano speranze di un buon esito. E mi sento piccolo piccolo al pensiero di dirvi la mia modesta opinione, ben diversa da quella dei grandi utopisti che idearono, vollero l’Europa e lottarono per realizzarla. Per me, in assoluta modestia, si è trattato di un’utopia tanto affascinante quanto irrealizzabile.
I Paesi europei, a differenza degli Stati Uniti, sono divisi da lingue diverse, interessi diversissimi, orientamenti religiosi anche contrastanti: non hanno niente in comune. Un cittadino degli Stati Uniti dice: “sono americano”. Nessun cittadino italiano o tedesco o spagnolo o greco, in fondo nessuno, dice: “sono europeo”. La finzione e l’illusione sono durate finché era possibile reggere con le parole, ora stanno saltando di fronte a scogli insuperabili: le barriere economiche, che ci hanno tenuto sotto scacco e hanno travolto i poveri greci; e le migrazioni.
Se Schengen salta per due anni, non ci sarà bisogno di aspettare due anni per verificare che l’utopia è dissolta. Quanto alle migrazioni mi dispiace (proprio perché mi sento piccolo e inadeguato) dover passare dalle stelle dei sogni dei grandi europeisti alla stalla della realtà che ci circonda. Mi viene in mente, perdonate la volgarità, la legge del menga, e non la cito per pudore: italiani e greci saranno lasciati soli, altro che solidarietà europea! A lottare contro il problema più tormentoso di questi anni. Come spiega ottimamente, oggi sul Corriere, Franco Venturini.

FRECCERO / SE GRILLO TORNA A FARE IL COMICO

freccero grilloSostengo l’esternazione/provocazione di quel grande intellettuale che è Carlo Freccero: Beppe Grillo deve tornare alla Rai, in prima serata. Se ho capito bene, Freccero sostiene soprattutto la libertà mentale e la qualità artistica di Beppe. Immodestamente (si vede che oggi è il giorno della mia immodestia) andrei oltre. Forse è giusto che l’iniziativa di Grillo con il Movimento 5 Stelle arrivi ad un traguardo. Il comico genovese ha compiuto, in un deserto assoluto e terrificante, un’operazione politica di grandissima importanza: ha messo insieme una rappresentanza forte e onesta degli italiani delusi e scontenti. Il Movimento può contare su un enorme numero di voti, ha messo in primo piano personaggi di grande valore (cito solo Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e Roberto Fico, ma solo per brevità: sono tantissimi i volti nuovi, interessanti, apprezzabili). Quanto a Grillo, non ha possibilità e neanche la volontà di proporsi come premier. Giusto, mi sembra, che torni al suo mestiere, dopo aver creato qualcosa di positivo. È giusto anche che i grillini continuino a camminare con le loro gambe, eleggendo i loro capi, sostenendo la brava gente che li ha appoggiati, imparando a governare oltre che a contestare e denunciare, quasi sempre giustamente.

RAI / SUSSURRI SENZA GRIDA DAL CDA…

campo dall'ortoMi dicono – e mi piacerebbe una precisazione in merito – che i membri del Cda della Rai abbiano stretto un patto, ovviamente verbale, sulla parola. Mi riferisco, chiaramente, a quelli di opposizione. Il patto è semplice: approvare all’unanimità qualsiasi determinazione del direttore generale, futuro amministratore delegato, Antonio Campo Dall’Orto. Il motivo? Togliergli la possibilità di avanzare giustificazioni per il suo lavoro con riferimento ad eventuali opinioni diverse e contrasti. Schiettamente, a me questo patto ricorda quello del marito che si taglia i cabasisi per far dispetto alla moglie. In ogni caso. Se questo patto esiste, bisognerebbe farlo sapere. In caso contrario, l’opinione pubblica ha tutto il diritto di pensare che il dg e i consiglieri siano una cosa sola, ugualmente responsabili.
Aggiungo: le ultime nomine di Campo Dall’Orto riguardano manager e dirigenti esterni all’azienda. Con tutto il rispetto, la qualità dei dirigenti interni è molto alta: perché far loro un torto, andando a pescare fuori dal Cavallo personaggi estranei alla Rai? Siamo rimasti fermi alla vecchia tradizione di circondarsi di persone di stretta fiducia, magari di uguale osservanza politica?

COPPIE DI FATTO E ADOZIONI / PREFERIREI UN VATICANO SILENTE

papa francescoPer farmi perdonare l’immodestia, premetto: prendendo esempio dal Papa, chi sono io per giudicare il Vaticano e i suoi indirizzi cattolici? Tuttavia, mi permetto di dire che, nella spinosa questione delle unioni civili e delle adozioni, preferirei un Vaticano di maggior sobrietà. Sia perché all’interno delle stesse file di cardinali e sacerdoti i contrasti sono numerosi ed evidenti; sia perché ritengo che lo Stato sarebbe in grado di ben agire, senza molestie e pressioni – rilevanti! – esterne ai diritti dei cittadini, cattolici e non; sia, lasciatemelo dire per ultimo, perché il Vaticano, prioritariamente, farebbe bene a concentrarsi e occuparsi delle tante beghe interne che conosciamo, in primo luogo tutto ciò che riguarda la famiglia, i soprusi e le violenze commesse a danno dei bambini. E Papa Francesco, anche in questa occasione, mi sembra più aperto ed illuminato.

LETTERE / PERCHÉ PREDILIGO IL FATTO E IL FOGLIO

il fatto il foglioUn amico giornalista, che non vuole essere citato, mi chiede di spiegare perché – ripetutamente – ho scritto che tra le mie letture preferite e quasi sempre prioritarie, ci siano due giornali di opposte tendenze: “Il Fatto quotidiano” e “Il Foglio”. Non so se riuscirò a spiegarmi per bene, ci provo in parole povere. Sono un giornalista all’antica, nonostante l’esplosione di Internet, leggo una decina di giornali di carta stampata ogni giorno e ritaglio e metto da parte gli articoli che mi interessano. En passant, ricordo che il grande collezionista di ritagli, riferimento inarrivabile, è Filippo Ceccarelli. Ci vorrebbero dieci Internet, selettivi e di qualità cerebrale, per eguagliare la sua bravura. Senza essere Ceccarelli, alla fine della lettura puntualmente i miei ritagli più numerosi sono quelli estratti da “Il Fatto” e da “Il Foglio”. Qualcosa vuol dire, o no?
Sul giornale diretto da Marco Travaglio si trovano notizie e retroscena, che altrove non compaiono o non brillano. Su “Il Foglio” – inestimabile la qualità dell’edizione del sabato – ci sono le opinioni libertarie più colte e raffinate, che un bravo cristo come me possa augurarsi di leggere. So bene che i due giornali si detestano e, mi dicono, anche i giornalisti a livello personale. Ma che cosa mi importa? Anzi: mi propongono un quadro politico completo, “Il Fatto” è anarcoide più che di sinistra, con la vocazione meravigliosa e rara di fare le bucce al potere; “Il Foglio” sembrerebbe (non sorridete) di destra, e anch’esso libertario ed aperto ad ogni opinione, va contro corrente, l’imprinting del geniale Giuliano Ferrara si avverte sempre, anche adesso che la direzione è passata nelle mani di Claudio Cerasa, il talento più promettente tra i giovani della sua generazione. Sono stato chiaro? Lo spero, mi farà piacere tornare sull’argomento e spiegare perché vado spesso in solluchero, quando leggo i due piccoli – ma solo per le dimensioni e la diffusione – contendenti.

LINGUAGGIO / QUELLE BELLE PAROLE DESUETE

italiano linguaMia moglie, che ha venti anni meno di me, ieri non conosceva il significato della parola torpedone. La mia collaboratrice, che ha meno della metà dei miei anni, mi è apparsa disorientata dalla parola “solluchero”, che ho appena usato. Sono consapevole di essere un vecchio arnese, ma fino al mio congedo da questa valle di lacrime e di inglesismi dilaganti, mi batterò tenacemente per tenere in vita il buon italiano di una volta e per auspicare che possano essere tradotte e proposte in italiano le parole inglesi, a cui tutti ormai voluttuosamente si abbandonano (o rassegnano). So che è una battaglia simile a quella di chi si illude di fermare il vento con le mani o di riuscire a camminare sulle acque. Senza sentirmi Gesù, ci proverò. Nei prossimi giorni vi dirò quante parole inglesi vengono usate su un’edizione qualsiasi del Corriere della Sera o di Repubblica. Mentre basterebbe l’eccellente lingua italiana.

cesare@lamescolanza.com
26.01.2016