“… Quando la mia squadra perde io sto male… C’è invece gente che ne gode e diventa protagonista, ampoule conquista visibilità sui giornali e in televisione. I tifosi veri non sono questi ultrà, ma altri, per i quali ho grande rispetto…”. (Gasperini)
ATTUALIZZANDO… GRANDE GASPER, GIU’ IL CAPPELLO
Sono d’accordo, parola per parola, con quanto ha detto l’allenatore del Genoa a conclusione della bellissima vittoria per 4 – 0 sul Palermo. L’ennesima provocazione era stata questa volta un grande striscione: “Il vostro progetto è inesistente, fuori… allenatore e presidente”. Tra i mali che affliggono il calcio, e lo inquinano anche moralmente, ci sono gli eccessi di tifosi estremisti, non solo a Genova ma dovunque, che hanno assunto un ruolo importante, grazie alla permissività dei club, delle autorità del mondo del calcio, della magistratura e delle nostre leggi.
Mettiamo in ordine, come faccio d’abitudine, qualche riflessione: 1. I tifosi sono sacri, sono gli unici che pagano un biglietto per sostenere la squadra del cuore: ovviamente, hanno diritto di applaudire, criticare o fischiare come preferiscono. Ma nessuna violenza può essere giustificata. Dubito che lo striscione sia una manifestazione di violenza, ma arriva dopo molti episodi intollerabili. 2. Gasperini, che ha gli attributi necessari, è il primo a fare nomi e cognomi dei tifosi estremisti che lo molestano, il primo ad affrontare di petto lo scottante argomento. 3. La signora Thatcher, in Inghilterra, impiegò pochissimo tempo a mettere a posto gli hooligans, devastatori negli stadi e fuori. Oggi in Inghilterra il pubblico è a dieci metri dal campo, privo di muraglie e protezioni poliziesche. Nessuno si azzarda ad invadere o a commettere la pur minima esagerazione. 4. In Italia, niente di tutto questo: perché? Il pubblico (io per primo) abbandona via via gli stadi, diventati luoghi di violenze verbali e fisiche e di tante altre schifezze.
LA RETICENZA DI GIORNALI E TELEVISIONI
Trovo mortificante che i mass media, giornali e televisioni, abbiano dato spazio limitato allo sfogo di Gasperini, che di fatto potrebbe segnare una svolta per frenare il malcostume. Bene “La Gazzetta dello Sport” a segnalare Gasper in prima pagina, non una parola (ma non me ne sono stupito) da De Paola, in prima pagina su “Tutto sport”. Insoddisfacente anche “Il Corriere dello Sport”. Molto limitato lo spazio nelle televisioni. Eccellente, al contrario, il resoconto di Gessi Adamoli su “La Repubblica”, l’unico che abbia capito davvero l’importanza dell’evento. Deludente anche Mario Sconcerti su “Il Corriere della Sera”: non una parola. Mario continua ad impazzare nei suoi pronostici, adesso restringe la pratica scudetto a Napoli e Juve.
PAGELLE: LE DIECI STAR DELLA MUSICA PIU’ RICCHE DEL MONDO
Non perdetevi i pagelloni di Emiliano Liuzzi su “Il Fatto”. Oggi tocca ai musicisti definiti d’oro. Sono Paul McCartney, l’autore di musical Andrew Lloyd Webber, il leader degli U2 Bono, la regina del country Dolly Parton, Madonna, Mariah Carey, Cèline Dion, l’ex cantante e poi discografico Sean Combs, Elton John e infine Mick Jagger.
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MARCO PANNELLA / LA GRANDEZZA DI UN LEADER
Emiliano Liuzzi, ancora lui, firma una bellissima intervista a uno dei miei protagonisti cult degli ultimi cento anni, Marco Pannella. Scrive Liuzzi che nella storica sede dei radicali in via Torre Argentina “lo considerano – e non solo loro – una sorta di monumento all’intelligenza, alla genialità, all’intuito politico”. Marco ha ora 86 anni, non ha mai avuto rispetto, digiuni a parte, della sua salute: il titolo di questa intervista è, non a caso, “non mi fermano due tumori: adesso sciopero ancora”. Leggete e imparate due cose: come si scrive, il modello è Liuzzi, un’intervista; come vive e si esprime un vero uomo, il modello è Pannella. Qualche chicca: le riforme sono di merda, le unioni civili non ci saranno, rispetto al Movimento 5 Stelle “abbiamo fatto molto di più per questo Paese”, Emma Bonino è il tradimento che gli ha fatto più male, Mino Martinazzoli il democristiano con cui parlava la stessa lingua, con alcuni comunisti – Berlinguer, Macaluso, Cossutta, Trombadori, Vidali – il dialogo era quotidiano e costante.
OGGI / CINQUE ARTICOLI DA LEGGERE
“La Repubblica”, pagina 29, Enrico Franceschini da Londra: “Oxford non censura le idee, anche sporche e cattive”. Louise Richardson, che guida l’università, annuncia la sua rivoluzione: “Qui studiamo la storia, persino quando è sgradevole”. / “La Repubblica”, pagina 31, Tomaso Montanari: “Se Leonardo per invidia cancella Michelangelo”. In uno schizzo del David ritrovata la conferma della rivalità tra i due geni. Altre grandi sfide: Bernini e Borromini, Tiziano e Tintoretto, Picasso e Braque. / Non capisco granché di economia, ma trovo convincente l’analisi (“La Repubblica”, pagina 12) di Nouriel Roubini, raccolta da Eugenio Occorsio: “Solo l’accordo tra banche centrali eviterà un crollo come nel 2008”. Roubini trova inquietanti parallelismi con il 2008, scatenante potrebbe essere la catena di fallimenti delle società energetiche americane, esposte sul petrolio. / “Il Corriere della sera”, pagina 41: Pierluigi Battista, “ll terrore giustizialista dell’Italia del 1993”. Sullo spunto della recensione del libro di Mattia Feltri, editore Marsilio, intitolato “Novantatré”, come il romanzo che Victor Hugo dedicò al Grande Terrore della ghigliottina. / Roger Abravanel, “Il Corriere della sera”, pagina 32: “Gli studenti più bravi vanno valorizzati”. Abravanel è il magister, indiscusso, della meritocrazia. Un riferimento indispensabile per chi, come noi di Socrate 2000, movimento senza fine di lucro a favore del merito, si batte contro raccomandazioni, spintarelle, favoritismi e altri analoghi abusi.
ITALIA FUTURIBILE / PISAPIA, ALFANO, CARRAI, BISIGNANI… E RENZI?
1. Pierfranceso Majorino, 42 anni, PD, candidato a sindaco di Milano, sostiene che l’uscente Pisapia sarebbe un ottimo ministro degli interni al posto di Alfano.
2. Ignazio Marino, ahimè, rieccolo, annuncia la sua sfida a Roberto Giachetti, designato da Renzi come candidato del PD a sindaco di Roma.
3. Per alcune nomine istituzionali – capo della polizia, nuovo comandante generale della finanza, nuovo direttore dell’Aisi, nuovi capi di Stato Maggiore di Aeronautica e Marina Militare, direttore del DIS (organo che coordina le nostre due agenzie di intelligence) – Luigi Bisignani consiglia a Renzi di “ascoltare chi ha più esperienza di lui e ha visto come sono finiti Craxi e Berlusconi”: non rompere con gli apparati, con la diplomazia, con il Consiglio di Stato, sennò “andrà a sbattere”. “Dia retta, il presidente”, dice Bisi. “E’ ancora in tempo per cambiare idea e metodo. Non si chiuda nel triangolo magico. Non quello massone, per carità, quello di Lotti, la Boschi e ora Carrai”. Ma, secondo Repubblica, sarà proprio Carrai a suggerire le nomine.
TRA MARA VENIER E PAOLA PEREGO UNA POLEMICA. CHE NON MI PIACE!
Ho lavorato per anni con Mara e con Paola. Sono due donne eccellenti e due protagoniste che in tv avrebbero potuto fare di più… Mara, secondo il noto carattere, si è incazzata perché senza la sua autorizzazione era stata data per certa la sua partecipazione a Domenica In, che festeggiava il quarantennale della trasmissione. Più che con Paola, Mara sembra avercela con i dirigenti della Rai, che non l’avrebbero trattata con rispetto. Evitabile il commento di Nicola Carraro (marito di Mara), che non perde occasione per dire la sua, anche quando non sia né richiesta né opportuna. Inevitabile, invece, il commento di Lucio Presta, che di Paola non solo è marito ma anche l’agente.
È una polemica che non mi piace: ci sono tanti altri modi per far valere le proprie ragioni, Mara probabilmente ne ha, come di sicuro Paola non è responsabile degli inviti e dei comunicati stampa. Venier e Perego erano amiche, semplicemente mi auguro che tornino ad esserlo: se conducessero in tandem, sarebbe un botto. Ma senza corpi estranei e con assoluta chiarezza.
cesare@lamescolanza.com
18.01.2016